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Batman Begins

Alla caccia delle pitture rupestri dei suoi fantasmi, Batman Begins ripercorre le origini della leggenda. E' la prima narrazione completa su come Bruce Wayne abbia creato il suo alter-ego Batman

BATMAN BEGINS

12.04.2007 - Autore: Claudio Moretti
Tutto iniziò da uno sciame indistinto di pipistrelli che annerisce il cielo. La caduta in un pozzo e un’altra valanga di pipistrelli che fugge dalla tana infranta. Presto detto il trauma infantile di Bruce Wayne e la conseguente fobia per i pipistrelli. A questa si lega a doppio filo un'altra ferita: la morte dei genitori. All’opera durante una rappresentazione che mette in scena dei pipistrelli, il piccolo Bruce non regge alla propria paura e chiede di uscire. In un vicolo laterale un balordo in cerca di un portafoglio fredda i coniugi Wayne. La rabbia e il senso di colpa attanagliano Bruce. Un vero conflitto interiore che sente di poter sedare solo uccidendo l’assassino. Qualcun altro glielo toglierà di mezzo lasciandolo assetato di vendetta.

Bruce Wayne inizia a girare il mondo infiltrandosi nelle pieghe del male. L’esperienza lo tempra e gli permette di capire la mentalità criminale. Un’oscura setta, “La setta delle ombre”, gli proporrà di unirsi a loro per combattere il male. Dopo le rituali prove di iniziazione, inizia l’addestramento per poter combattere contro 600 uomini e imparare l’arte dell’invisibilità. Fino allo strappo con la setta e la decisione di mettersi in proprio, riprendendo a Gotham City, con modi meno ortodossi, l’opera filantropica del padre.

Una maschera mostrerà il suo vero volto

“Non come uomo ma come simbolo voglio combattere il crimine. Solo come simbolo posso essere incorruttibile. E incutere timore nei miei nemici”, dice Bruce Wayne mentre pensa alla sua maschera. Decide di elaborare la sua paura, quella per i pipistrelli e rivoltarla contro i suoi avversari, in un fine lavoro psicanalitico (la gestione della rabbia e delle paure è alla base del percorso che porta Bruce a diventare Batman). L’essere pipistrello diventa una risposta al suo bisogno di nascondersi. A Bruce Wayne offre il lato pubblico del dongiovanni dedito alla bella vita, Batman rivelerà quello che ha veramente dentro: una maschera gli ha permesso di togliersi una maschera di dosso e mostrare il suo vero volto. Non resta che iniziare a salvare Gotham City.

Preistoria di un eroe

Alla caccia delle pitture rupestri dei suoi fantasmi, Batman Begins ripercorre le origini della leggenda. E’ la prima narrazione completa su come Bruce Wayne abbia creato il suo alter-ego Batman, come abbia acquisito le capacità e i mezzi tecnologici. Costruendosi da solo i suoi strumenti. Perfezionando e rifinendo. Christopher Nolan trova una sua via alla messa in scena di Batman. Non ha la fantasia sfrenata di Tim Burton, la capacità di satireggiare su bene e male mentre gioca con le visioni espressioniste del suo eterno circo. Ma Nolan evita pure il blockbuster ad orologeria alla Schumacher. Opta per un taglio realistico. Esplora la psicologia del personaggio dietro al mito. Entriamo nella testa di Bruce Wayne e facciamo questo viaggio con lui. Piace la calda attenzione all’umanità dei personaggi, e la scelta di preferirli, a differenza dei Batman precedenti, a delle caricature.

Cast

Intanto, Gotham City, la solita: dall’atmosfera gotica e dalla spettacolare architettura dark. Poi Morgan Freeman che è il “Q” di James Bond. O il Vulcano di Achille, a seconda dei propri riferimenti culturali. L’esperto in scienze che lo aiuta a costruire il proprio kit di battaglia. C’è poi la consueta ironia di Alfred (Michael Caine). Lui è il codice morale di Batman, il garante della sua condotta. Gary Oldman nella parte dell’unico poliziotto non corrotto rimasto a Gotham City. C’è anche la nuova Bat-mobile: Freeman gliela mostra, Batman gli chiede: “Nera si può avere?” Eh sì, la consueta mania per il nero. E poi è il solito Batman col viziaccio di scomparire nel bel mezzo di una conversazione: cosa che fa dare di matto, indifferentemente, amici e nemici. Convincono tutti a parte Katie Holmes e Liam Neeson (maestro della sette delle ombre). Convince soprattutto Christian Bale (Batman). Avvantaggiato da un costume che finalmente gli permette di girare la testa senza dover girare pure le spalle. E il mantello che sventola, e addirittura fluttua nell’aria come nel fumetto. Un lavoro di fino c’è da dire.

Plus/Minus

Parte alla grande la narrazione di Nolan, e pare fuori posto solo l’iniziazione “tibetana”. Nella seconda parte poi, scivola sempre più verso un film alla Bruckheimer: tutto action, duelli, inseguimenti ed esplosioni. Resta degna degli “Uccelli” di Hithcock la sequenza con i pipistrelli. Magica la scoperta di quella che sarà la Bat-caverna. Ben sviluppato il tema della paura. Per la prima volta si avverte davvero la necessità che esista Bruce Wayne per avere Batman. Bruce non è solo una vita di copertura per l’uomo-pipistrello. Nolan esplora bene il tema del doppio confermandosi abile a dar corpo alle psicologie dei personaggi. Il regista inglese sembra sempre più diventare, nel bene e nel male, e a suo modo, un piccolo Spielberg.

“Il cappuccio è molto espressivo di per sé. Batman è un uomo angosciato. Il cappuccio più che nascondere rivela le sue emozioni” (Graham Churchyard, effetti speciali del costume).