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Barbareschi in fiction

Dopo "Greed", lo rivedremo in nuove fiction Rai. Intanto a maggio inizia a girare un film coprodotto dalla Rai, "Il trasformista"

Greed

14.03.2003 - Autore: Adele de Gennaro
Luca Barbareschi, attore diviso fra televisione, teatro e cinema, non sembra toccato dagli ascolti poco lusinghieri di Greed, il quiz in onda su Raidue prima del telegiornale della sera. Il rapporto fra lattore-conduttore e la Rai va infatti a gonfie vele, tanto che Barbareschi - oggi anche produttore con la società da lui fondata, Casanova Entertainment - ha di recente firmato in viale Mazzini un contratto che prevede fiction, film per il cinema e un varietà. Un bel regalo per festeggiare venticinque anni di attività nel mondo dello spettacolo.   La sua ultima esperienza televisiva, Greed, non ha raggiunto gli stessi risultati dascolto di altri programmi analoghi come Quiz show o Chi vuol essere miliardario. E deluso da questa esperienza?   L. B. \"Prima di parlare di un fallimento bisogna chiedere alla Sipra come viene venduto uno spettacolo. Lobiettivo di share era il 7,5 dato che la media di Raidue in quella fascia oraria era di 4 punti. Noi finora abbiamo una media assestata sul 9,5 in quanto il programma oscilla fra gli 8 e gli 11 punti di share, quindi due punti in più di quello che la Sipra aveva venduto come pubblicità. Al di là di questo, comnunque, Greed è nato come un quiz che doveva aiutare il lancio del TG2 serale, stretto fra il TG1 e il TG5, e in quellorario è davvero impossibile fare più dell11% di share.\"   Pensa di aver chiuso con i quiz televisivi o ci sono altri progetti in cantiere?   L.B. \"No, per quello che mi riguarda la mia esperienza con i quiz televisivi si ferma qui, adesso ho altri progetti fra cui due fiction sempre per la Rai.\"   Quali sono le nuove fiction che la vedranno protagonista?   L.B. \"Terminata la tournée teatrale con Amadeus di Schaffer per la regia di Roman Polanski, inizierò a girare Leone e suoi cuccioli, un tv movie in due puntate cui seguirà un progetto legato ad una nuova fiction. Per il momento, però, non posso annunciare altro.\"   Il contratto firmato con la Rai prevede anche un varietà. Può anticiparci qualcosa a tale proposito?   L.B. \"Per il momento non cè nulla di preciso, il contratto mette in primo piano sei film per la televisione e due per il cinema fra cui Il trasformista, dove racconto la storia di un politico che dalla Lega approda a tutti gli altri partiti passando da una bandiera allaltra. Inizierò le riprese a maggio, quindi il varietà può attendere.\"   Tornando alla televisione, cosa si può dire di nuovo nel varietà?   L.B. \"Di nuovo non si dice mai nulla, si può aggiungere qualcosa, si può mettere freschezza, comunque abbiamo già un format nuovo su cui costruire il programma ed è molto divertente. Per quel che mi riguarda non ho mai pensato di aggiungere nulla di nuovo nello specifico televisivo, trovo che la tv sia un mezzo molto banale, non cè il neanche il tempo per una ricerca verso il nuovo.\"   Eppure, nonostante questa banalità, milioni di italiani sono rimasti ipnotizzati dal Grande fratello, il fenomeno mediatico del 2000......   L.B. \"Non mi interessa affatto, ad essere sinceri non lho mai visto. Come è noto, del resto, io sono un buon voyeur pertanto voglio vedere cose vere, non sceneggiate.\"   Grande fratello a parte, secondo lei in che direzione si sta avviando la televisione del futuro?   L.B. \"Penso che lera del broadcasting stia lasciando il posto al multicasting(n.d.r. tecnica della tv digitale che ti consente di raccogliere più informazioni all\'interno del segnale assegnato, e può trasmettere più canali invece di uno solo sulla stessa banda di trasmissione). Sono convinto che la grande televisione generalista sarà sostituita dalla televisione tematica in cui il palinsesto sarà fatto dallutente. Attraverso i nuovi strumenti che presto entreranno in tutte le case, si parla di due anni, sarà il telespettatore a scegliere il proprio palinsesto per cui non esisteranno più la prima serata o la seconda serata. Esisterà solo quello che tu vuoi vedere e alle ore che vuoi, anche perchè la diversificazione degli orari di lavoro - uno scenario nuovo rispetto al passato - prevede che la gente lavori dalle due del pomeriggio alle undici di sera. Adesso, perciò, assistiamo a degli sprechi dal punto di vista dellinvestimento pubblicitario e dello sfruttamento del prodotto che sono assolutamente folli.\"   Lei ha qualcosa da suggerire in materia?   L.B. \"Bisogna abolire lidea di mettere in prima serata una concentrazione di investimento pubblicitario, laddove hai invece un pubblico generalista che forse non sfrutta a fondo quel prodotto: che importa trasmettere la pubblicità di uno skateboard se il pubblico è fra i 50 e gli 80 anni? Conviene invece segmentare il mercato pubblicitario, in modo che ogni sponsor possa essere specifico su ogni prodotto. E questo, appunto, il multicasting: preferisco avere seicentomila spettatori su un prodotto molto di nicchia (cioè seicentomila persone di popolazione attiva che poi va a comprare quel prodotto) invece dei 15 milioni che guardano Padre Pio, magari fra i 70 e i 102 anni, che non rendono una lira a chi ha investito su quel programma. E\' questa la vera grande rivoluzione della tv, sarebbe un bel convegno da fare: \"Dove vanno i soldi, dove va l\'audience, chi è l\'audience vero, chi sono i veri committenti?\". Sarebbe utile anche per lanciare nuove aziende all\'interno dei programmi televisivi, ma questo è un altro discorso.\"   Ma Barbareschi, oggi, si riconosce più come imprenditore, politico o personaggio televisivo?   L.B. \"Guardi, sono davvero un pessimo politico. La differenza fra un uomo di spettacolo e un imprenditore - e lo so per esperienza diretta dato che come informatico ho quotato anche un\'azienda in Borsa - è che un imprenditore è costretto a dire la verità per fare un prodotto vero, mentre chi lavora nello spettacolo è costretto a fare il contrario: attraverso le balle, racconti la verità. Se sei un politico, paradossalmente, fingi di dire la verità e racconti solo balle. Per questo ho scelto di fare l\'attore: non riesco a non dire la verità.\"    
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