"Lucio aveva 16 anni e io 21. Suonavamo lo stesso strumento solo che lui lo suonava molto meglio di me. Se ho smesso di fare il jazzista e mi sono messo a fare cinema è stata anche colpa sua. Provai invidia nei suoi confronti, ironicamente posso dire che mi rovinò alcuni degli anni della mia vita. A Barcellona pensai anche di spingerlo giù dalla Sagrada Familia". Così Pupi Avati, in diretta su Tgcom24, ha ricordato l'amico Lucio Dalla.
Sul rapporto che ha legato i due Avati aggiunge: "Dalla era l'amico
definitivo, da anziani ci dicevamo cose di intimità assoluta anche, se
forte del suo ottimismo, lui continuava a guardare al futuro. Lui ha
musicato gli ultimi due miei film. Ci siamo sentiti poco prima di
Sanremo. Lui era nato con la vocazione per la musica, qualsiasi cosa
toccasse diventava musica. Io l'ho riscoperto nel tempo e questa è la
peculiarità di Lucio che farà sì che le sue canzoni non saranno mai
dimenticate".
Diverso il caso di Carlo Verdone che se si rammarica di non aver potuto presentare il libro del grande cantautore, come lo stesso Dalla gli aveva chiesto quindici giorni fa, ricorda con grande soddisfazione di avergli dedicato un intero film,"Borotalco", nel 1982. Cosa di cui Dalla andava molto fiero.


NOTIZIE
Avati e Verdone ricordano Dalla
Per il regista bolognese Dalla era l'amico definitivo. Verdone gli ha dedicato il suo terzo film

01.03.2012 - Autore: Guglielmo Maggioni