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Antonio Albanese: "Viva la normalità"

"Non volevo fare un film comico, tantomeno una satira sulla New Age: il film parla fondamentalmente della noia, di tutto quello che ti spinge a cercate te stesso ricorrendo a centri preudo-spirituali".

Il nostro matrimonio è in crisi

14.04.2003 - Autore: Adele de Gennaro
Non volevo fare un film comico, tantomeno una satira sulla New Age: il film parla fondamentalmente della noia, di tutto quello che ti spinge a cercate te stesso ricorrendo a centri preudo-spirituali. Antonio Albanese mette i puntini sulle i precisando che lidea alla base del suo nuovo film, Il nostro matrimonio in crisi nasce dallintento di rappresentare un gruppo di personaggi annoiati. E il suo, in effetti, è un microcosmo piuttosto variegato, infarcito di uomini e donne che per sfuggire alla normalità inseguono la ricerca del proprio Io. Nella commedia degli anni 70 aggiunge Albanese, nel triplice ruolo di regista, sceneggiatore e attore non cerano intellettuali di sinistra che scrivono sui giornali di destra, industriali annoiati o seguaci dello yoga demenziale. Ecco, mi divertivano le reazioni di questi personaggi, secondo me tutti molto attuali. Scritto insieme a Vincenzo Cerami e Michele Serra, il film presenta tipologie ben riconoscibili, facili bersagli della satira. Non voglio prendere in giro la new age rimarca lattore ma le persone che si fanno trascinare dalle esasperazioni, lo faccio anche nei miei spettacoli teatrali. Ed è proprio al palcoscenico che Albanese ha riservato il meglio ultimamente: a parte i suoi notissimi personaggi come Perego o Alex Drastico, lattore ha conquistato pubblico e critica soprattutto con Uomo e Giù al nord, raccogliendo ovunque (e meritatamente) una pioggia di consensi. Albanese, comunque, non punta alle risate facili e ribatte: Non ho mai fatto niente di comico, anzi molti miei personaggi sono drammatici. Tra laltro oggi è veramente difficile capire cosa è comico e cosa non lo è. Nel film lattore è affiancato da Aisha Cerami e da Shel Shapiro che dopo il successo negli anni 60 è tornato in auge con un nuovo album di pezzi storici tra cui Bisogna saper perdere - in cui duetta con Lucio Dalla e Frankie Hi-Nrg. Alto e brizzolato, un lampo ironico negli occhi, Shapiro si rivela un guru credibile, aiutato anche dal suo accento straniero. Lho scelto proprio per la sua fisicità, è imponente spiega Albanese inoltre ha una faccia da sola.A parte tutto, devo dire che si è impegnato in maniera strepitosa. Quanto alla fase di scrittura, Albanese dice: Ho voluto lavorare sulla sintesi e anche sulle contraddizioni di certi personaggi, ad esempio lavvocato Bigazzi, un uomo volgare capace di cambiare linguaggio quando cerca di sedurre le ospiti del centro. E, a proposito della volgarità, lattore ha le idee chiarissime. Io non ho nulla contro la segale o la crusca continua ma non capisco neanche perché bisogna adottare un cedro del Libano. Per me la vera volgarità è sfuggire la normalità Infine, una nota polemica: Nel mio lavoro io mi sento onesto, ma quando abbiamo chiesto le sovvenzioni statali ci sono state negate perché era un film comico. Allucinante, se si pensa che hanno dato finanziamenti a film che rasentano lillegalità.