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ALI G

Dopo l'enorme successo ottenuto sul piccolo schermo, Sacha Baron Cohen porta Ali G anche nelle sale cinematografiche.

Ali G

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Di Mark Mylod; con Sacha Baron Cohen, Michael Gambon, Charles Dance, Rhona Mitra, Martin Freeman, Barbara New.   Ali (Sacha Baron Cohen) è il classico giovane, innocuo teppistello di periferia: sboccato, ciarliero ed erotomane, passa il tempo a "rappare" con la sua banda e a tentare di flirtare con tutte le ragazze che incontra. Quando però il centro in lavora con i bambini rischia di chiudere, Ali decide di intraprendere la carriera politica per evitare che accada. Quando il cinico senatore Carlton (Charles Dance) si accorge della sua stupidità e vacuezza, decide di sfruttarlo per screditare il primo ministro (Michael Gambon) e poter conquistare così il potere all'interno del proprio partito. Ma le cose non andranno come previsto: Ali, con la sua carica volgare ed eversiva, inizia subito ad essere un onda d'urto incontenibile per tutta la scena politica britannica   Dopo l'enorme successo ottenuto sul piccolo schermo, Sacha Baron Cohen porta Ali G anche nelle sale cinematografiche. L'attore ha scelto di farlo restituendo al suo personaggio tutta la carica eversiva e lucidamente volgare delle sue apparizioni sul piccolo schermo. Il film infatti risulta un concentrato di trivialità a volte gratuite, ma di sicuro effetto; quando poi la comicità di Ali si rivolge verso tematiche più seriose del sesso, ecco che la satira sociale e politica, sempre esplicita e sfrontata, si fa anche piuttosto pungente. Il problema di questo "Ali G Indahouse" è che non riesce sempre (ma forse neppure vuole) a miscelare volgarità gratuita con una sana ed incisiva sferzata satirica. Adoperando infatti come canovaccio una storia ed una sceneggiatura che devono soltanto giustificare le performance del protagonista, la pelllicola si trascina senza una vera e propria coerenza interna, pur rimanendo indubbiamente divertente quando Cohen è in scena (il che significa praticamente sempre). Anche la regia, che certo non brilla per audacia né originalità, si mette però al servizio del comico e lo asseconda con buona vena: di suo poi l'attore ci mette un istrionismo strabordante, e la capacità di riempire la scena anche con le ovvietà più sconsolanti. Gli sono accanto due "vecchie glorie" dello spettacolo inglese come Michael Gambon e Charles Dance, ma davvero loro non si capisce bene cosa stiano a fare un una produzione del genere. Abbastanza convincente Rhona Mitra, se non altro per la sua prorompente bellezza. In conclusione "Ali G Indahouse" è un film divertente da vedere per gli affezionati del personaggio, ma sarebbe potuto essere un piccolo gioiello di feroce satira politica e sociale, ed oltretutto accessibile ad un pubblico più vasto, se soltanto avesse saputo mescolare con più intelligenza le varie sfaccettature di Ali: tutto rimane invece un po' campato per aria, e non si capisce bene dove in realtà il film voglia arrivare, a parte ovviamente lanciare il comico. Più che un lungometraggio non riuscito, un occasione perduta per qualcosa di più originale ed intelligente.