
Per la sua ventinovesima edizione il più importante festival cinematografico a tematica omosessuale in Italia (e terzo al mondo dopo quelli di San Francisco e Los Angeles) rilancia cosi' nei fatti la propria immagine, dopo essersi rinnovato passando da 'Festival Gay di Torino' alla nuova denominazione piu' 'Glamour' con la quale si avvia verso la celebrazione del proprio trentennale l'anno prossimo. E lo fa con tre lungometraggi (due dei quali vincitori dei Teddy Awards di Berlino, i premi che il Festival assegna ai film con tematiche GLBT), un cortometraggio e un documentario in concorso e due lungometraggi e due cortometraggi per il fuori concorso. Questi:
Der Kreis (The Circle) dello svizzero Stefan Haupt, ambientato nella Zurigo degli anni ’50, parla di un club gay – chiamato Der Kreis – dove nasce l’amore fra Ernst e la drag queen Robi Rapp, alterna la narrazione cinematografica alla memoria storica con inserti nel genere documentario.
Hoje eu quero voltar sozinho (The Way He Looks) del brasiliano Daniel Ribeiro, versione “estesa” dell’omonimo cortometraggio che nel 2011 vinse il Concorso cortometraggi al TGLFF, affronta la storia di Leo, un adolescente ipovedente, la cui vita è stravolta dall’arrivo di un nuovo compagno di classe, Gabriel.
Test, dell’americano Chris Mason Johnson (a Berlino nella sezione Panorama), pluripremiato all’Outfest di Los Angeles. Ambientato nella San Francisco degli anni ’80, il film segue un giovane ballerino innamorato di un suo compagno di danza: sullo sfondo la paura dell’Aids, l’introduzione del test per l’HIV e il panico all’interno della comunità GLBT.
The Dog degli americani Allison Berg e Frank Keraudren (Anch'esso in Panorama), in competizione al TGLFF tra i documentari, racconta la vera storia di John Wojtowicz, l’uomo che ispirò il famoso film di Sidney Lumet, Quel pomeriggio di un giorno da cani.
Ye (The Night), opera prima - ancora proveniente da Panorama - del ventunenne cinese Zhou Hao (a Torino programmato nella sezione “Forever Young”). Il film racconta la storia di Tuberose, giovane ragazzo che vende il proprio corpo in un vicolo della metropoli cinese Chongqing, coinvolto in una morbosa relazione a tre con la prostituta Narciso e un cliente di nome Rose.

Sempre in “Forever Young” sono presenti anche due dei tre cortometraggi “berlinesi” scelti dal TGLFF: iBhokhwe (The Goat) di John Trengove su un antico rituale di circoncisione sudafricano e El carro azul (The Blue Car) della tedesca Valerie Heine. Il terzo, Vetrarmorgun (Winter Morning) di Sakaris Stórá, primo film a tematica gay proveniente dalle Isole Faroe, è incluso nel Concorso cortometraggi.
Nell’Open Eyes dedicato al regista sudcoreano Leesong Hee-il, infine, c’è Ya-gan-bi-haeng (Night Flight), grande successo a Berlino, atto di accusa contro il bullismo e ultimo film del regista sudcoreano cui il TGLFF riserva un omaggio.