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Addio a Sergio Sollima, regista di Sandokan e genio del western

La resa dei conti, Corri uomo corri, ma anche Città violenta e Il corsaro nero: ci lascia un grande architetto del cinema popolare italiano

Sandokan

01.07.2015 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Il regista e sceneggiatore Sergio Sollima, uno degli architetti del Western all'italiana, si è spento la notte scorsa a Roma, all'età di 94 anni. La sua scomparsa è stata annunciata dai figli Stefano (regista di Romanzo criminale, A.C.A.B. e Gomorra – La serie) e Samanta.

Sollima fu meno prolifico di altri suoi contemporanei e diresse una ventina di titoli tra film e serie televisive. Dopo una carriera come sceneggiatore di peplum, diresse un trio di straordinari spaghetti western proletari, tutti interpretati da Tomas Milian. La resa dei conti (1966) vede Milian, per la prima volta nei panni del bandito Cuchillo, dividere lo schermo con Lee Van Cleef in una storia di vendetta musicata da un Ennio Morricone in grande forma – e infatti il tema “La Condanna” è stato rubato da Quentin Tarantino per il suo Bastardi senza gloria. L'anno seguente, Sollima firmò Faccia a faccia, storia dell'improbabile amicizia tra un bandito texano (Milian) e un professore inglese (il grande Gian Maria Volonté). Nel seguente Corri uomo corri (1968), Milian riprese il ruolo di Cuchillo. Tre soli western, con cui Sollima lasciò un'impronta fondamentale nel genere.

Firmò poi i polizieschi Città violenta (1970), girato in parte in America e interpretato da Charles Bronson, Telly Savalas e Jill Ireland, e Revolver (1973), con Fabio Testi e Oliver Reed. Il suo unico thriller è Il diavolo nel cervello (1972), interpretato da Stefania Sandrelli e Keir Dullea. Nella sua carriera diresse anche alcuni tra i rari esempi di genere spionistico italiano, Agente 3S3: Passaporto per l'inferno (1965), Agente 3S3, massacro al sole (1966) e Requiem per un agente segreto (1966).

Ma la sua produzione più famosa presso il grande pubblico è forse quella legata ai romanzi di Salgari: Sollima diresse la miniserie Sandokan (1976), quella con la leggendaria sigla dei fratelli De Angelis, oltre all'adattamento de Il corsaro nero (1976), sempre con Kabir Bedi come protagonista. Tornò altre due volte a Sandokan e Salgari: la prima nel 1977, con il film per la TV La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa!, la seconda nel 1998, quando firmò, sua ultima regia, la miniserie Il figlio di Sandokan.