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Addio a Laura Antonelli

L'attrice, grande protagonista del cinema italiano anni '70 e '80, tra erotismo, commedia e cinema d'autore, si è spenta nella sua casa di Ladispoli

Laura Antonelli

22.06.2015 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
È morta nella sua casa di Ladispoli, vicino a Roma, l'attrice Laura Antonelli. Aveva 74 anni. La donna è stata trovata stamattina alle 8.30 riversa sul pavimento dalla donna delle pulizie, che ha subito chiamato i soccorsi. Ma gli operatori del 118 hanno potuto solo constatare il decesso.

Se ne va così uno dei sex symbol del cinema italiano. Nata a Pola, in Istria, nel 1941, l'attrice debuttò al cinema non accreditata nel film Il magnifico cornuto, per poi interpretare nel 1966 un ruolo nella parodia di Franco e Ciccio Le spie vengono dal semifreddo (per la regia del grande Mario Bava). Ma è con Le malizie di Venere (1969) di Massimo Dallamano che la Antonelli avrebbe iniziato una serie di film a tema erotico che la impressero a fuoco nei sogni degli italiani: seguirono Il merlo maschio di Pasquale Festa Campanile, All'onorevole piacciono le donne di Lucio Fulci (entrambi accanto a Lando Buzzanca), Malizia (sette miliardi di incasso nel 1973), Sessomatto e Sesso e volentieri di Dino Risi, La venexiana di Mauro Bolognini.

Nel corso della carriera ha lavorato anche con Luigi Comencini (Mio Dio come sono caduta in basso), Claude Chabrol (Trappola per un lupo), Ettore Scola (Passione d'amore), Alberto Sordi (Scusi, lei è favorevole o contrario?), Luchino Visconti (L'innocente). Ha preso parte a commedie popolari come Rimini Rimini, Grandi magazzini e Viuuulentemente mia, accanto a Diego Abatantuono.

La sua vita privata fu segnata da una condanna in primo grado a tre anni e sei mesi per traffico di sostanze stupefacenti, dopo che nella sua villa di Cerveteri, nel '91, erano state rinvenute diverse dosi di cocaina. L'attrice ne faceva uso sin da quando era caduta in depressione dopo che un intervento di chirurgia estetica mal riuscito le aveva deturpato il volto. Nove anni dopo la condanna, vi fu l'assoluzione da parte della Corte d'Appello di Roma e il risarcimento da parte dello Stato.