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Ad Alba Rohrwacher il Premio Cabiria 2016 del Torino Film Festival 

In concorso con il film belga La Mécanique de l'ombre, l'attrice fiorentina giudicata "la più sensibile, dotata e versatile" dell'anno

Alba Rohrwacher

Alba Rohrwacher

23.11.2016 - Autore: La redazione
Tra i film più apprezzati del concorso ufficiale del Festival di Torino 2016 c'è sicuramente il belga La Mécanique de l'ombre, tra i film del giorno nel cartellone della kermesse. Anche per la presenza femminile della nostra Alba Rohrwacher in quello che lo stesso regista definisce come una vicenda ambientata in "un sottobosco di cospirazioni politiche e servizi segreti nel quale (il protagonista, ndr) non avrebbe avuto altra scelta che imparare a disobbedire". Questi, un contabile ex alcolista di mezza età, da tempo in cerca di reinserirsi nel mondo di lavoro, resta una figura apparentemente estranea a quanto gli ruota intorno, nel bene e nel male, quanto alla propria vita.



Ma la Spy Story di Thomas Kruithof, oltre all'attenzione raccolta per meriti propri, ha potuto godere anche di quella guadagnatale dall'assegnazione - ieri sera, martedì 22 novembre - del Premio Cabiria 2016, proprio ad Alba Rohrwacher. La cerimonia è avvenuta nel corso della cena di beneficenza, realizzata da quattro chef stellati a favore della Fondazione Crescere Insieme al Sant’Anna Onlus, che si è svolta all’Hotel Principi di Piemonte.

Creato per celebrare annualmente un regista, un attore o un’attrice che si siano particolarmente distinti per la loro attività nel corso dell’anno con il loro contributo per l’arte cinematografica, nella sua seconda edizione è stato assegnato alla "giovane attrice" per essersi "affermata come la più sensibile, dotata e versatile, amata con la stessa intensità da autori affermati, registi esordienti e il grande pubblico, che riscopre in lei la passione e il talento delle grandi attrici che hanno fatto la storia del nostro cinema".

Il Premio, istituito dal Museo Nazionale del Cinema nel 2015 e consegnato anche quest'anno in concomitanza con il Festival di Torino, prende il nome dal capolavoro del cinema muto italiano realizzato a Torino da Giovanni Pastrone nel 1914, divenuto fonte di ispirazione per innumerevoli artisti di tutto il mondo, che hanno contribuito con la loro creatività allo sviluppo del linguaggio e dell’estetica del cinema.

 
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