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"1992": Mani pulite diventa fiction

A 20 anni dall'arresto di Mario Chiesa che diede il via all'inchiesta, il canale satellitare prepara una produzione ideata da Stefano Accorsi

Mario Chiesa

16.02.2012 - Autore: Nexta
A 20 anni da Mani pulite, Sky annuncia una serie televisiva ambientata nell'era di tangentopoli. Protagoniste della serie tv saranno sei persone comuni, che si confrontano con un momento storico unico che cambierà per sempre la loro vita. Era il 17 febbraio del 1992 quando scattò il primo arresto della maxi-inchiesta denominata "mani pulite" quello di Mario Chiesa, che segnò l'inizio simbolico di tangentopoli. Proprio con la scena dei soldi delle tangenti buttati nel water dall'allora presidente del Pio Albergo Trivulzio si apre la nuova serie di cui Sky ha approvato la produzione, dal titolo "1992".

Una serie in 10 episodi ambientata principalmente a Milano, che vede al centro del racconto sei italiani, persone 'comuni' la cui vita si intreccia con l'inchiesta. Un punto di vista particolare su un momento decisivo della storia italiana, che fa da sfondo alle vicende dei protagonisti.

Ogni puntata racconta un mese del 1992, partendo proprio dal quel primo arresto del 17 febbraio, per concludersi il 15 dicembre, con l'avviso di garanzia al segretario del PSI Bettino Craxi. Si respira attorno ai protagonisti, puntata dopo puntata, un sentimento di "rivoluzione". Ognuno di loro, intuisce a suo modo la straordinaria potenzialità del momento e sa di avere davanti l'occasione della propria vita: il vento del cambiamento soffia in una direzione imprevedibile, qualcuno saprà sfruttarlo a proprio vantaggio, qualcun altro verrà inesorabilmente travolto. Nel bene o nel male, per loro nulla sarà più come prima.

L'idea del progetto è di Stefano Accorsi, che partecipa allo sviluppo creativo della serie. Lo sviluppo del progetto è affidato a Lorenzo Mieli e Mario Gianani, mentre la scrittura delle sceneggiature delle 10 puntate è curata da Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, con la supervisione di Nicola Lusuardi.

(LaPresse)
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