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Le derive del fantasy

Tratto dal romanzo di Philip Pullman, adattato dallo stesso regista Chris Weitz, il film può senz'altro vantare una confezione tecnicamente impeccabile e un cast di stelle

La Bussola D'Oro

11.12.2007 - Autore: Adriano Ercolani
   


Tratto dal romanzo di Philip Pullman, adattato dallo stesso regista Chris Weitz, il film può senz’altro vantare una confezione tecnicamente impeccabile, fattore che però giustifica soltanto in parte i 180 milioni di dollari spesi dalla produzione per realizzarlo. Un simile impegno economico proprio non sembra giustificato da una visione che, se anche sfarzosa, molto sembra dovere all’impiego di effetti speciali realizzati al computer, e non certo all’allestimento di scenografie particolarmente elaborate. E proprio gli f/x sono in qualche modo una delle “pecche” dell’opera, in quanto non sorprendono più di tanto non essendo improntati verso un realismo della messa in scena, come ci ha abituato da qualche tempo a questa parte anche il cinema di fantascienza. 

   

 

Con i suoi “soli” 26 milioni di dollari incassati nel primo week-end di programmazione in America, “La bussola d’oro” non si sta di certo confermando il successo di pubblico che si prevedeva in partenza: tale risultato parziale si deve probabilmente al fatto che la pellicola è formalmente ineccepibile ma decisamente poco emozionante, chiusa in una confezione abbastanza “fredda” e quindi molto poco intrigante. Rispetto a quanto ci si sarebbe potuto aspettare dall’importanza del progetto, un mezzo passo falso.