J. Edgar

J. Edgar - Leonardo DiCaprio

Durante la sua vita, J. Edgar Hoover è diventato l'uomo più potente di tutti gli Stati Uniti d'America. A capo dell' FBI per circa 50 anni fino alla data della sua morte nel 1972, non si è fermato davanti a nulla pur di proteggere il suo paese. Restando in carica durante i mandati di ben 8 Presidenti e tre guerre, Hoover ha dichiarato guerra a minacce sia vere che immaginarie, spesso infrangendo le regole per proteggere i cittadini americani. I suoi metodi erano allo stesso tempo spietati ed eroici e la sua più grande ambizione era quella di essere ammirato a livello globale. Hoover è stato un uomo che dava grande valore ai segreti - soprattutto a quelli degli altri - e non ha mai avuto paura ad usare le informazioni in suo possesso per esercitare la sua autorità sui leader più importanti della nazione. Consapevole che la conoscenza è potere e che la paura crea le opportunità, ha usato entrambe per ottenere un'influenza senza precedenti e per costruirsi una reputazione che era formidabile e intoccabile.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
J. Edgar
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
SITO UFFICIALE
DISTRIBUZIONE
Warner Bros
DURATA
137 min.
USCITA CINEMA
04/01/2012
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2012

Ciò che già da molti anni sorprende nel cinema di Clint Eastwood è la sua capacità di raccontare una storia mascherandola da qualcos'altro. Una cifra stilistica evidente in "Changeling", che attraverso il dramma di una donna che ha perso il suo bambino spara a zero sulle negligenze, le bugie e le nefandezze del potere, e che troviamo perfettamente specchiata in "J.Edgar".

Un biopic travestito, questo è il racconto della vita del fondatore, direttore e padrone del FBI, un soggetto perfetto per portare sullo schermo la solitudine di chi si è dedicato al controllo di un ordine costituito, perdendo di vista ciò che davvero conta nella vita. Eastwood si interessa molto di più al lato umano e melodrammatico della narrazione, piuttosto che a quello squisitamente storico di cui si prende quasi amabilmente gioco. Come sempre l'interesse del regista di Carmel è focalizzato sulle persone, su questo tiranno maniacale dall'anima divisa in tre, tra l'amore per la madre e le sue due, represse, identità sessuali, ambizioso ma consapevole dei suoi limiti, imprigionatosi in una fortezza da cui poteva manovrare tutto e tutti, ma senza mai poter assaporare il vero gusto del potere. E allo stesso modo incapace di sapere cosa volesse dire avere un sentimento sincero e spontaneo.

"J.Edgar" è un'opera tragica, trasposta cinematograficamente con il classicismo che contraddistingue lo stile di Eastwood, tra il melò e l'espressionista, con un lavoro fotografico caratterizzato da tagli di luce dalla grande efficacia narrativa e un decoupage, soprattutto nel raccordo dei diversi piani temporali, dall'ammirevole libertà stilistica per un regista che a ottantuno anni continua a essere uno dei più giovani in circolazione.

Purtroppo, come già accaduto in "Hereafter", il film soffre di una sceneggiatura che ha qualche battuta d'arresto ma soprattutto degli eccessi narrativi derivanti da una caratterizzazione dei personaggi e delle situazioni a rischio di omologazione. Per fortuna ci pensa Eastwood, capace di fare anche delle scene più rischiose parti integranti del suo lontano e lungo discorso sull'immanenza, la vita e la morte, facendo tornare alla mente, specie nell'elegiaco finale, una delle sue opere più straordinarie, "Mezzanotte nel giardino del Bene e del Male".

Ma stavolta non c'è spazio per la sensualità e l'ironia che caratterizzavano quel capolavoro. "J.Edgar" è la storia di amori non ricambiati tra il protagonista e i suoi più stretti collaboratori, ma più che mai è il racconto di una relazione impossibile tra Hoover e l'America: dopo averla corteggiata, imprigionata, ingannata, corrotta e violentata, Miss Liberty si è vendicata.
Ultima annotazione sull'eccezionale Leonardo DiCaprio, capace di rendere una grande interpretazione anche sotto un pesante ed eccessivo trucco prostetico: Jack del Titanic è affogato molti anni fa, ora abbiamo di fronte un attore come pochi ce ne sono al mondo.

di Alessandro De Simone