Iron Man 2
Il miliardario con il pallino delle invenzioni Tony Stark dovrà indossare la tuta di Iron Man per affrontare il terribile Whiplash...
di Marco Triolo
Liberiamo immediatamente il campo da ogni dubbio: "Iron Man 2" non è un
sequel all'altezza dell'originale, l'exploit di Jon
Favreau che nel 2008 diede il calcio d'inizio alla "Marvel
Age of Movies" e risollevò la carriera della stella morente Robert
Downey Jr. Un film azzeccatissimo sotto ogni punto di
vista: una trama semplice e lineare unita a una regia snella, una
sceneggiatura spigliata e interpreti in palla. Una commistione riuscita
di commedia brillante e azione che, lo si era capito da subito, sarebbe
stata molto difficile da ripetere.
D'altra parte la storia dei cinecomics ci insegna che, una volta
raccontate le obbligatorie origini, i sequel concedono molto più spazio
al divertimento. Eppure qualcosa è andato storto a monte: forse
proprio l'eccessiva libertà di spaziare è stata la condanna (parziale)
del film, che potendo rubare a piene mani da oltre trenta anni
di storie ha finito per mettere troppa carne al fuoco senza
approfondire nulla. Forse invece è stata la fretta nel
confezionare questo seguito a generare una pellicola dispersiva e
funzionale solo in parte: la sceneggiatura - di Justin Theroux,
voluto da Downey che aveva già collaborato con lui in "Tropic
Thunder" - ha il sapore di una stesura preliminare,
e avrebbe necessitato di un po' di pulizia specialmente nel ritmo
dell'azione e nei dialoghi, eccessivamente logorroici. Chiariamo,
non è che "Iron Man 2" sia un brutto film: è sufficiente per
intrattenere un paio d'ore e in certe parti è piuttosto riuscito,
grazie soprattutto alla bravura di Downey e alla sua innegabile
alchimia con Gwyneth Paltrow.
Gwyneth Paltrow in Iron Man 2" alt="Robert
Downey Jr. e Gwyneth Paltrow in Iron Man 2">
Ma da qui a gridare al "miracolo" di una nuova stagione dei
fumetti al cinema, ce ne passa. A parte il protagonista Tony
Stark, gli altri personaggi sono tutti sacrificati in nome
di un'epica visione d'insieme che alla fine non convince troppo.
Prendiamo ad esempio la sottotrama dedicata al padre di Tony, Howard
Stark (John
Slattery): il film vorrebbe parlare di un rapporto
padre-figlio difficile, mostrando una riconciliazione postuma che però
non funziona, perché Favreau non ci fa davvero comprendere il legame tra
i due. Inoltre, e si era capito dai trailer, c'è un mistero legato al
passato della famiglia Stark: ma l'enigma, che poteva essere uno dei
punti di forza della pellicola, viene risolto in cinque minuti e senza
pathos. Per il resto il film soffre di una parte centrale
moscia, in cui non succede praticamente nulla a parte un
pestaggio tra Tony e Rhodey (Don Cheadle)
in armatura. E i due cattivi, Mickey Rourke e Sam Rockwell,
sono davvero buttati via.
Rockwell in particolare interpreta il suo Justin Hammer proprio
come un cattivo "da fumetto": sembra una definizione ridondante, ma
dato che i Marvel Studios si prefiggono di trattare il materiale con la
giusta gravitas, stona un bel po' la recitazione sopra le righe
di un Rockwell chiaramente a briglia sciolta. Forse anche in questo
caso la colpa è da imputare a Favreau, incapace di tenere al guinzaglio i
suoi pezzi da novanta: anche Samuel L. Jackson,
nei panni di Nick Fury, gigioneggia senza ritegno. Scarlett
Johansson passa invece in secondo piano, e ottiene la
chance di brillare solo in una scena, anche se il sex appeal non manca. In
generale, "Iron Man 2" conferma una delle paure generate da "L'incredibile
Hulk": che la Marvel si stia preoccupando più del quadro
generale che dei singoli film.
Scarlett Johansson in Iron Man 2" alt="Scarlett Johansson in Iron
Man 2">
Cosa funziona, dunque, in “Iron Man 2”? Robert Downey
Jr. è brillante come sempre, e gli scambi verbali con la
Paltrow sono spesso adorabili. La regia di Favreau è competente e
serve alla perfezione una serie di scene d'azione ben coreografate:
in particolare, la sequenza del GP di Monaco è divertente e piacerà ai
nerd, soprattutto per la trovata dell'armatura portatile. Il
gran finale, nonostante il cattivo di turno esca di scena troppo in
fretta, è spettacolare e non lascia respirare. Bella anche la
trovata di insistere sulla percezione che la stampa ha del ruolo di Iron
Man: un'idea che prelude a scenari più cupi, ispirati alla recente
saga Marvel "Civil War". I demoni interiori di Tony Stark sono
solo accennati, ma in questo caso è meglio così: lasciamo la discesa
nel lato oscuro per il terzo, immancabile capitolo.
In conclusione, "Iron Man 2" intrattiene senza impegno per due
ore buone, è sufficientemente intelligente da non prendersi troppo sul
serio e per questo vince la battaglia con temibili polpettoni come "Spider-Man 3" e "Transformers
2". Però se cercate qualcosa in più di questo, potreste
rimanere delusi.