I Pinguini di Mr. Popper
La vita di un uomo d'affari viene travolta dal caos nel momento in cui eredita sei pinguini, costretto a trasformare il suo appartamento in un parco delle meraviglie invernali. Gli animali, però, lo aiuteranno a rimettersi in sesto.
Gli animali ti cambiano la vita. Non come i figli, ma il cinema
americano insegna che un cucciolo per casa aiuta a procrearne di propri o
a recuperare i pessimi rapporti con quelli già messi al mondo. Esempi
lampanti ce ne sono molti, dai disneyani "La carica dei 101" e "Quattro bassotti per un danese", al recente "Io e Marley" e se i cani sono banali, allora non dimentichiamo i cavalli di successo "Seabiscuit" e "Secretariat", "Il gatto venuto dallo spazio" e soprattutto "Lo squalo"...
A Hollywood si dice anche che la tua carriera è finita quando il
tuo partner è un bambino o un animale, ma questo dipende anche dal
talento dell'attore in questione. Gene Kelly ha continuato ad avere successo tutta la vita dopo avere ballato con il topo Jerry e Jim Carrey non si è certo formalizzato a dare il meglio di sé ed è soprattutto merito suo se "I pinguini di Mr. Popper" risulta essere una commedia per famiglie tutt'altro che banale, pur nel suo impianto classico e sperimentato.
Mr. Popper è un trader immobiliare d'incredibile successo,
quello che non ha avuto nella vita privata, con un divorzio alle spalle e
due figli che non si fidano minimamente di lui. Una situazione
apparentemente irreversibile, finchè non arriva la notizia della morte
del padre, esploratore assente nella vita del giovane Popper che gli
lascia in eredità la chiave di un nuovo inizio: un pinguino, che per un
classico equivoco diventano ben presto sei e che, naturalmente, faranno
capire a Popper l'importanza della famiglia.
Nonostante l'impianto classico già visto molte volte, "I pinguini di Mr. Popper"
ha un cinismo di fondo e una raffinatezza narrativa che lo
differenziano notevolmente da altri prodotti di genere, merito della regia intelligente di Mark Waters, cineasta che ha al suo attivo un gioiello incompreso (da noi) come "Mean Girls",
e della straordinaria performance di Carrey, che nei panni del
tormentato cannibale di Manhattan alle prese con il suo passato offre un'interpretazione di un realismo impressionante.
Il messaggio finale è sempre lo stesso, e sta allo spettatore scoprirlo e
interpretarlo a proprio piacimento, ma se avete dei cuccioli, umani, e
una persona con cui li avete ordinati alla cicogna, andate al cinema
tutti insieme. La pizza dopo la visione sarà più buona.