Viaggio in Paradiso

Viaggio in paradiso - Poster

E' stata una brutta giornata per Driver e la situazione non sembra migliorare. Ha appena fatto un grande colpo da milioni di dollari che gli avrebbero permesso di passare una bella vacanza estiva. Apparentemente una buona idea che lo porta fin giù al sud. Mentre la polizia di frontiera lo sta inseguendo a tutta velocità, Driver capovolge la sua auto varcando il muro di confine, precipita violentemente e atterra in Messico. Fermato dalle autorità messicane, viene portato in una prigione infernale, ed entra così nello strano e pericoloso mondo di "El Pueblito". Di certo non un luogo facile per un outsider come Driver, che riuscirà a sopravvivere grazie all'aiuto di qualcuno che sa il fatto suo - un ragazzo di 10 anni.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Get the Gringo
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
SITO UFFICIALE
DISTRIBUZIONE
Eagle Pictures
DURATA
95 min.
USCITA CINEMA
01/06/2012
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2012

C'era una volta Mel Gibson,
un attore dal repertorio limitato ma dall'innata capacità di bucare lo
schermo e farci sorridere o anche ridere di gusto in mezzo a sparatorie e
pestaggi di inaudita violenza. C'era una volta e c'è ancora. Perché al
di là delle polemiche sulle sue gaffe private, al di là di una carriera
registica altalenante (il cui punto più elevato resta “Braveheart”) e di una d'attore che ultimamente si è un po' arenata, Gibson quel non-so-che non l'ha ancora perso.



Viaggio in paradiso”, debutto alla regia di Adrian Grunberg, regista della seconda unità di “Apocalypto” e “Fuori controllo”,
sta lì a dimostrarlo: nei panni di uno scavezzacollo ormai non più
troppo giovane, in fuga dalle autorità americane e braccato da quelle
messicane, Gibson sfodera tutto il suo charme da cattivo ragazzo, ritagliandosi un ruolo perfetto all'interno di un film scritto proprio da lui (insieme a Grunberg e Stacy Perskie).



Buona parte del film è ambientata nel “Pueblito”, un carcere fittizio
situato a Tijuana, appena al di là del confine con gli Stati Uniti. Più
che una prigione, El Pueblito è una città in miniatura, con tanto di
negozi, stanze in affitto, lavori, caste sociali. Il cattivone del film,
il gangster Javi (Daniel Giménez Cacho), vive in un
attico che domina tutto e tutti e i prigionieri lo servono senza
fiatare. In questo ambiente si insinua la scheggia anarchica Gibson, che
rimette tutto in discussione, salva la vita a un ragazzino (Kevin Hernandez) e fa giustizia a modo suo. Praticamente la struttura di un western – viene in mente ad esempio “Per un pugno di dollari
– un riferimento che diviene sempre più esplicito mano a mano che il
film avanza tra sparatorie, doppi giochi e un senso di sfiducia nei
confronti dell'autorità, corrotta e peggiore degli stessi criminali.



L'unico limite del film sta in una fotografia digitale un po' sorpassata,
che appiattisce il look del film, minando anche gli sforzi di una regia
a tratti interessante. Sembra di vedere un film per la TV, e infatti in
USA è uscito direttamente in home video. Un passo indietro pericoloso
per Gibson, che però ce la mette tutta e per questo merita rispetto.