Una fragile armonia

Una fragile armonia

Alla vigilia della 25° trionfale stagione di concerti, un celebre quartetto d'archi rischia di perdere il proprio leader, colpito dal Parkinson e deciso a ritirarsi al termine della tournÈe. I diversi "ego"artistici e personali, e l'inatteso esplodere di passioni incontrollabili, mettono presto in pericolo la lunga amicizia e collaborazione fra gli altri componenti del quartetto.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
A Late Quartet
GENERE
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Istituto Luce Cinecittà
DURATA
105 min.
USCITA CINEMA
12/09/2013
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2013
di Pierpaolo Festa

RivalitÀ. Competizione. Amicizia. Amore. Desiderio. Frustrazione. Abbandono. Riconciliazione. Il tutto all'interno di una minuscola area i cui confini sono delineati da quattro sedie e da strumenti musicali. A Late Quartet (questo il titolo originale tradotto in Italia con Una fragile armonia) È una pellicola intima ed elegante, interpretata da un gruppo di attori potenzialmente e rischiosamente vicini alla gigioneria. Il loro regista, perÒ, si prende cura di farli recitare costantemente in sottrazione, scelta che giova al tono del film.

Christopher Walken interpreta il pater familias del quartetto d'archi ormai affermato da un quarto di secolo. Alla vigilia del nuovo tour, il personaggio scopre di avere il morbo di Parkinson: lui che È il cuore del gruppo È costretto a farsi da parte e allo stesso tempo assistere alla disintegrazione del quartetto. Ascesa, caduta e ritorno: crisi matrimoniali e conseguenti adulteri, complicate dinamiche tra genitori e figli e il sesso visto come elemento che inquina ogni armonia - all'opposto della musica - ma che alla fine resetta il tutto e permette di ricominciare. Le parti piÙ interessanti del film sono quelle in cui il regista e sceneggiatore Yaron Zilberman - alla sua prima opera di finzione - segue i protagonisti nei momenti di solitudine, in preda a se stessi.

La pellicola si rivela elegante e narrativamente molto classica. Memorabile il finale musicale, cosÌ come le atmosfere newyorchesi fredde o notturne: uno spartito di solitudine in cui i personaggi vivono afflitti dai loro demoni personali. Tra il vecchio Walken e il piÙ giovane Philip Seyomur Hoffman (ancora una volta eccellente), la standing ovation va a Catherine Keener, sempre impeccabile a dare vita a personaggi femminili tra i piÙ interessanti del cinema made in USA contemporaneo.