Un paese quasi perfetto

Un paese quasi perfetto

Un paese quasi perfetto è una commedia sulla voglia di restare e quella di cambiare e sull'unione che fa sempre la forza. Pietramezzana, piccolo paese sperduto nelle Dolomiti lucane, rischia di scomparire. I giovani lo stanno abbandonando e i pochi abitanti rimasti, per lo più ex minatori, vivono con una cassa integrazione che minaccia di trasformarsi presto in disoccupazione permanente. Ci sarebbe di che scoraggiarsi. E invece no. I suoi abitanti, trascinati dal vulcanico Domenico non demordono e, non appena intravedono nell’apertura di una fabbrica la soluzione a tutti i loro guai, si attivano affinché il progetto vada a buon fine. La prima cosa da fare è trovare un medico - senza il medico non può esserci nessuna fabbrica - e fortuna vuole che si imbattano in Gianluca Terragni, rampante chirurgo estetico milanese. La seconda cosa, ben più complicata, sarà convincerlo a restare! E per non fargli sentire la mancanza del wi-fi, del sushi o della musica jazz, le proveranno tutte, arrivando perfino a mettere in piedi una poco probabile squadra di cricket. Basterà questo o le altre mille attenzioni a farlo restare? Basterà la bellissima Anna?

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Un paese quasi perfetto
GENERE
NAZIONE
Italia
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
01 distribuzione
DURATA
92 min.
USCITA CINEMA
24/03/2016
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2016
di Mattia Pasquini

Purtroppo per Massimo Gaudioso, molte delle critiche che il suo Un paese quasi perfetto è destinato a raccogliere saranno dai tanti fan dei film da lui sceneggiati negli ultimi anni… Il racconto dei racconti, È stato il figlio, Reality, Gomorra, Benvenuti al Sud, tra i tanti altri, ne fanno uno degli autori più dotati e capaci del nostro panorama. E danno un motivo in più per sorprendersi davanti alla riproposizione della storia vista nel canadese La grande seduction (2003) dell'allora esordiente Jean-François Pouliot.

Una favola moderna, incorniciata dal dolore per l'abbandono delle proprie radici cui una diversa e attuale emigrazione costringe sempre più persone e dalla frustrazione di accontentarsi di 'elemosine' o umiliazioni a causa del ridursi delle disponibilità economiche o della carenza di lavoro. Una piccola fiaba nella quale la morale va 'isolata' in un diffuso e accettato utilizzo della menzogna come strumento per raggiungere i giusti fini.

Ma non c'è pedagogia nella trattazione di Gaudioso, che mette in scena una commedia leggera, forse troppo piatta e semplice rispetto alla più scoppiettante diretta da Luca Miniero nel 2010, alla quale è stata già più volte paragonata. L'intento d'altronde appare differente, sin dalle parti comiche affidate a caratteristi del livello di Nando Paone e di un Carlo Buccirosso capace di emergere tra tutti e regalare i momenti migliori del film da questo punto di vista.

Tutti - compresi gli 'alieni' Fabio Volo e Miriam Leone - ruotano intorno a Silvio Orlando, e tutti (tranne i due suddetti) gli sono complici nella tragicommedia piuttosto convenzionale che vediamo svolgersi. Forse troppo, considerando le aspettative di questo quasi esordio alla regia nel lungometraggio (se si eccettua la co-regia a tre de Il caricatore e La vita è una sola) di Massimo Gaudioso, Di certo, a vedere la conclusione annunciata, unico elemento di discontinuità con l'originale (che anche la trovata del cricket non è una invenzione del nostro, ahinoi).

Pare esagerato parlare di 'paura' produttiva per un artista di tanta esperienza, soprattutto pensando che era un progetto che cullava da oltre dieci anni, ma davvero non si capisce perché decidere di rimettersi in gioco con così poco coraggio, o quanto meno con tanta pigrizia, anche registica. La semplicità nella comicità resta un pregio, rispetto poi a tanti prodotti squilibrati e sopra le righe, e le caratterizzazioni degli attori in molti casi salvano questo paese quasi perfetto, ma nonostante questo il giudizio conclusivo non raggiunge certo la sufficienza.