The Woman in Black

The Woman in Black - Poster

Un giovane avvocato si reca in un lontano villaggio per occuparsi del testamento di un cliente recentemente scomparso. Ma in quel luogo succedono cose strane e terribili ai bambini, eventi legati alle apparizioni del vendicativo fantasma di una vedova.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
The Woman in Black
GENERE
NAZIONE
United Kingdom
REGIA
CAST
SITO UFFICIALE
DISTRIBUZIONE
Videa
DURATA
95 min.
USCITA CINEMA
02/03/2012
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2012

Avete presente gli horror di oggi? Quelli con i teenager dal ciuffo che vengono ammazzati uno ad uno o finiscono vittime di qualche maniaco che ama le torture perverse? Ecco, dimenticateli perché qui siamo da tutt'altra parte. “The Woman in Black” di James Watkins si rifà a una lunga tradizione di horror classici, con cui condivide anche il marchio, quella Hammer che ha fatto la storia del genere e che ora è risorta dalle ceneri. Di contro, la classicità di The Woman in Black” sfocia a tratti nel già visto e in una certa noia. Ma è impossibile bocciarlo pienamente per via dell'ultima, intensa mezzora.

Daniel Radcliffe, orfano di “Harry Potter”, è qui ironicamente un padre di famiglia rimasto vedovo di recente che ha perso la sua direzione. Radcliffe si muove con una certa scioltezza in questa trama ricca di intrigo e mistero sullo sfondo della lugubre campagna inglese dei primi Novecento. Senza scendere nei dettagli: i bambini di un paesino sperduto muoiono in circostanze inspiegabili, spinti al suicidio dalla “donna in nero” del titolo, uno spettro che si aggira tra i corridoi di un'antica villa. L'avvocato Arthur Kipps (Radcliffe), incaricato di amministrare le carte della proprietaria della villa, morta di recente, andrà suo malgrado a fondo nel mistero.

The Woman in Black” procede per alti e bassi: a tratti c'è l'atmosfera giusta, spesso rovinata dai classici “BOOM” sonori che irritano più che spaventare. A questi falsi spaventi se ne alternano altri ben riusciti e funzionali alla trama, ma l'impressione generale è che si sarebbe potuto giocare di più con i suoni, i rumori e le immagini per suscitare la pelle d'oca tipica delle migliori ghost stories, piuttosto che stressare il pubblico con dei banali salti sulla sedia. Poi arriva quella mezzora finale in cui Radcliffe e Ciaran Hinds (sempre efficace) affrontano lo spettro faccia a faccia: la tensione monta finalmente in una sequenza d'orrore ben costruita e ritmata, fino a una risoluzione sofferta e a un gran finale che soddisfa. Se il film riuscisse a mantenersi sempre a questo livello, sarebbe un grande ritorno per la Hammer. Così com'è, è solo una discreta prova generale.

di Marco Triolo