The Visit

The Visit

Shyamalan ritorna alle sue origini con la terrificante storia di un fratello e una sorella che partono per raggiungere la fattoria dei loro nonni in Pennsylvenya per una settimana. Presto i bambini scroprono che la coppia di anziani è coinvolta in qualcosa di profondamente inquietante e che le speranze di tornare a casa sono ogni giorno più remote.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
The Visit
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Universal Pictures Italia
DURATA
94 min.
USCITA CINEMA
26/11/2015
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2015
di Mattia Pasquini

M. Night Shyamalan ci aveva già mostrato il suo amore per la fiaba e i modelli tradizionali di racconto in Lady in the Water, come anche l'abilità nello sfruttamento di una ambientazione alla Signs per orchestrare tensione e claustrofobia pur in uno spazio singolo come quello di una casa dei sobborghi americani. In The Visit, stavolta, le due dinamiche si mescolano in una sorta di Hansel e Gretel moderno, condito di Found Footage.

Una sintesi, cercata e necessaria, tra una tendenza di moda (che pure mostra il freno) e il bisogno di contenere i costi di produzione. Per quello che per altro si conferma quasi un tentativo da parte del regista indiano di The Village, di tornare a una freschezza anticaproprio sfruttando ambientazioni comuni e 'povere' in un certo senso. Quelle di 'dietro casa' (visto che abita nella stessa Pennsylvania utilizzata come location), che dovrebbero tornare anche nella sua prossima fatica, a sentire lui.

In questo caso l'idea originaria, come anche i personaggi, non è da disdegnare per quanto semplice, eppure qualcosa non fila come dovrebbe. Due coppie di protagonisti - gli anziani nonni e i due nipotini - si scontrano nello spazio angusto di poche stanze, costretti a una convivenza forzata e a uno strano quanto inquietante coprifuoco. Un 'non aprite quella porta' nel quale la banalità dell'horrore colpisce sempre inatteso, per quanto prevedibile, e finisce per regalare le scene migliori di un film che purtroppo ha delle cadute di ritmo e di equilibrio.

Nonostante le quali, funziona, va detto. Anche se con pause eccessive. E con il contrappunto spesso (e come spesso accade) fastidioso del cossiddetto 'found footage', anche se meno insistito di altre volte, o quanto meno più coerentemente inserito a livello concettuale. L'obiettivo del ritorno alle origini è raggiunto, tutto sommato, e preoccupa semmai il rischio di vederlo diventare un nuovo marchio di fabbrica (per motivi economici o creativi). Ma se il prossimo progetto riuscisse a migliorare il pathos di un twist finale non proprio sorprendente o raggelante, saremmo contenti di considerare questa come una discreta prova generale