Submarine

Submarine

Il quindicenne Oliver si pone due obiettivi: perdere la verginità prima del suo prossimo compleanno e impedire che sua madre lasci suo padre per il suo stravagante maestro di danza.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Submarine
GENERE
NAZIONE
United Kingdom
REGIA
CAST
DURATA
97 min.
USCITA CINEMA
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2011

Se qualche spettatore italiano di spiccata curiosità è riuscito a vedere la serie britannica di culto “The IT Crowd” (2006-2010), conoscerà allora il nome di Richard Ayoade e le sue spiccati doti d'attore comico. E altrettanto allora capirà come non si poteva non correre a vedere il suo film da regista “Submarine”, già presentato con successo all'ultimo festival di Berlino.

Distribuito in America grazie allo sforzo dei fratelli Weinstein e di un produttore esecutivo d'eccezione come Ben Stiller, il film è liberamente ispirato al romanzo di Joe Dunthorne, che vede come protagonista il quindicenne Oliver Tate (Craig Roberts), diviso tra l'amore per la compagna di classe Jordana (Yasmin Paige) e l'ansia per i suoi genitori, coppia alla fine del loro matrimonio. Rispetto alla comicità sulfurea e sopra le righe a cui Ayoade ci ha abituato con “The IT Crowd” ci troviamo invece di fronte a un film dai toni surreali, spigliati e insieme delicati. La prima parte della pellicola, che definisce i toni e le relazioni tra i personaggi, è senza dubbio quella più riuscita: momenti divertentissimi, trovate di regia tanto semplici quanto efficaci e la capacità degli attori di dare spessore ai figure ben scritte.

Submarine” si presenta dunque come una classica storia di coming-of-age che pian piano un piccolo grande gioiello di comicità. Ma la versatilità e l'ingegno del cineasta non si fermano soltanto a questo, che già sarebbe più che abbastanza: col progredire della storia e dei conflitti interiori di Oliver, il film assume pian piano, dei toni drammatici di notevole impatto emotivo, fino ad arrivare a trasformarsi in maniera fluida e mai forzata in un melodramma molto commovente.

di Adriano Ercolani