Stoker

Stoker

L'enigmatico zio (Matthew Goode) di un'eccentrica teenager (Mia Wasikowska) fa ritorno a casa dopo la morte del padre della ragazza.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Stoker
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
20th Century Fox
DURATA
99 min.
USCITA CINEMA
20/06/2013
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2013

Tutti i colori di Stoker finiscono per accendersi in maniera quasi naturale e rivelarsi per quello che sono: il rosso del sangue. Park Chan-Wook attraversa l'oceano per arruolare star anglofone e tradurre in immagini
potenti e affascinanti lo script curato dal "tizio che interpretava Prison Break". E' stato infatti Wentworth Miller a immaginarsi questo horror di famiglia il cui titolo strizza l'occhio al papÀ di Dracula.



Non ci sono personaggi con i canini appuntiti in Stoker, piuttosto
parassiti di emozioni: una figlia attaccata al ricordo di un padre
morto, una vedova che non vede l'ora di sentirsi nuovamente desiderata e
uno zio che vuole riconquistare il suo posto in famiglia dopo anni di
assenza. Tutti vogliono tutto e subito. E' lÌ che il regista li
dÀ in pasto a una spirale di violenza e follia, mettendo in scena la
distruzione totale della famiglia borghese americana
. I tempi delle scolarette che rigano dritto e non vedono l'ora di trovare un posto nella societÀ sono finiti. La India di Stoker, meravigliosamente interpretata dall'ex Alice Mia Wasikowska, va a scuola armata e pronta a far pentire chi le ostacola la strada.
Zio e nipote formano un duo omicida e tutti coloro che perdono la vita
nel film, lo fanno davanti la macchina da presa. Anche senza queste
sequenze, Stoker riuscirebbe comunque a essere disturbante. Con la sua
bellezza Matthew Goode (subentrato
a Colin Firth) incarna il fascino del male, portando a casa una
performance ipnotica fatta di silenzi e sguardi che bastano a incutere
paura negli occhi delle sue vittime. È anche un piacere vedere come Nicole Kidman sia finalmente tornata a scegliersi un personaggio memorabile.



Park Chan-Wook, ancora una volta, porta i suoi protagonisti oltre la
linea del dolore e della sopportazione. Ne vediamo le conseguenze,
rimanendo colpiti dalla una messa in scena erotica e al tempo stesso
scabrosa. Ricorderemo a lungo una sequenza in particolare: il duetto al
piano che diventa un vero abuso sessuale. Una scena realizzata con un
grande lavoro sonoro.



di Pierpaolo Festa