Hong Kong express

Hong-kong: due poliziotti senza una compagna. Il primo incontra una bionda vistosa che indossa sempre occhiali scuri. Il secondo non si rende conto che la cameriera di unlocale gli riordina l'appartamento in sua assenza. Una storia "minima" raccontata con tutti i segni dell'alienazione...

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Chungking Express
GENERE
NAZIONE
??
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Columbia
DURATA
97 min.
USCITA CINEMA
24/11/1995
ANNO DI DISTRIBUZIONE
1994
Il cinema di Wong Kar Wai È
attraversato da un filo sottile, quasi impalpabile, eppure sempre presente. Nel
caso di quest'ultimo, vibrante “My Blueberry Nights” – primo film in lingua
inglese dell'autore – tale filo si fa piÙ tangibile; la storia inizia infatti
dove finiva un altro dei suoi capolavori, “Hong Kong express” (Chung Hing sam
lam, 1994): i due protagonisti, divisi dal bancone di un ristorante, discorrono
di cose apparentemente futili, ma in realtÀ si dichiarano amore attraverso i
genti, le sensazioni, l'atmosfera che le loro parole e l'ambiente circostante
sprigionano.



Come sempre, la bellezza e l'importanza del cinema di Wong Kar Wai
non sta nella storia, ma nella messa in scena, che mai come in questo caso si
fa evocativa di sensazioni profonde senza essere esteticamente invasiva, come
ad esempio era successo con il comunque rilevante “2046” (id., 2004).




Pur mantenendo i intatti i suoi
stilemi principali, il regista riesce comunque a dosarli con incredibile
equilibrio, arrivando a toccare il cuore dello spettatore con una messa in
scena a dir poco straordinaria, che soprattutto nella prima parte ci regala
davvero momenti di emozione purissima, con una scena in particolare che giÀ
entra di diritto nella storia del cinema piÙ recente. L'immagine È sempre
calda, preziosa nel suo essere costantemente orientata verso una ricerca
cromatica originale ed espressiva: la ricerca stilistica del grande direttore
della fotografia Darius Khondji sotto
questo punto di vista contribuisce in maniera decisiva a creare una visione
densissima e calda, perfetta espressione della poetica dell'autore di In the
Mood for Love
” (Fa yeung nin wa, 2000).



Dal canto suo poi il regista
dirige con amore un gruppo attori tutti in stato di grazia, a partire
dall'esordiente Norah Jones, capace di emozionare con un semplice guardo, od un
silenzio trattenuto. Accanto a lei, partecipi di una sequenza di storie e
dolori di cui la dolce Elizabeth (la Jones appunto) È protagonista, caratteristi
di spessore magnetico come Jude Law, David Strathairn, Natalie Portman e
soprattutto una Rachel Weisz mai fino ad ora cosÌ bella.



Se dobbiamo proprio trovare un
difetto a questo lungometraggio suadente, esso va ricercato nella seconda parte
della vicenda, quando entra in scena il personaggio di Leslie (Portman): da
quel momento la narrazione e conseguentemente la messa in scena perdono un
minimo di fascinazione e di presa emotiva sul pubblico, rimanendo comunque su
un livello cinematografico di indubbio valore.

Il 60° festival di Cannes È stato aperto come meglio difficilmente si
sarebbe potuto: il malinconico “My Blueberry Nights” si presenta come una
sinfonia quasi perfetta di immagine, suono e movimento. L'eleganza di Wong Kar
Wai
viene splendidamente rivelata da un film emozionante, preciso nel ritmo,
finemente cesellato nella sua confezione. Non ci sorprenderebbe affatto vedere
questo emozionante lavoro tra i favoriti per la vittoria finale, e con
indiscutibile merito.