Dumbo

Dumbo

Holt Farrier è una ex star del circo che, al ritorno dalla guerra, trova la propria vita sconvolta. Il proprietario del circo Max Medici assume Holt chiedendogli di occuparsi di un elefante appena nato le cui orecchie sproporzionate lo rendono lo zimbello di un circo già in difficoltà. Ma quando i figli di Holt scoprono che Dumbo sa volare, il persuasivo imprenditore V. A. Vandemere e un’artista aerea di nome Colette Marchant fanno di tutto per trasformare l’insolito elefante in una star.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Dumbo
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Walt Disney Pictures
DURATA
130 min.
USCITA CINEMA
28/03/2019
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2019
di Mattia Pasquini
 
Il Dumbo di Tim Burton è un riuscitissimo Family Movie, ricco di divertissement e capace di omaggiare l'originale facendone la premessa di un gioco molto cinematografico.
 
Conosciamo tutti l'elefantino protagonista d'altronde, tanto valeva comprimere la sua origin story in un primo atto che contestualizza la vicenda. Con buona pace dei nostalgici spiazzati dal troppo celere primo volo del nostro eroe e dell'approccio da fattoria degli animali datato 1941. Altrimenti non avrebbe avuto molto senso affidarsi a un regista come quello di Alice in Wonderland. Una esperienza non felice e che ancora turba i sogni di molti, al punto da demonizzare tout court la collaborazione tra Burton e la Disney.
 
Ovviamente, trattandosi di un remake e di un film per famiglie, non poteva che esserci un Happy End. Ma è nel corso dello svolgimento che si affacciano gli spunti più interessanti, e burtoniani. Nell'ostinata diversità della piccola Milly, per esempio, o nel suo smascherare la realtà nascosta dalle frasi fatte (vedi il "Nessuno vuole stare da solo"). Nella iconica e rappresentativa sirena Miss Atlantis (l'attrice Eva Green), eroina soffocata dalla scala dello spettacolo ma imprescindibile, vista la location. O nel Vandevere/Willy Wonka di Michael Keaton padrone di una Dreamland a metà tra Il paese dei balocchi di Pinocchio e il Freak Show che a quell'epoca spopolava sulla spiaggia di Brooklyn.
 
La storia del piccolo cucciolo separato dalla madre toccherà il cuore, la forza dei due orfanelli (tre con l'eroe di guerra Colin Farrell) entusiasmerà il pubblico più giovane. Ma sarà soprattutto l'enorme baraccone scelto per il gran finale a riempire gli occhi. Un po' Giulio Verne e un po' Las Vegas, ideale campo di battaglia per chi vive di fantasie fasulle e sogni infranti.
 
Smaccato, manierato, Burton qui dà e fa tutto sé stesso. Una volta nei suoi film la scoperta era continua, ma a 60 anni il nostro è ormai un artista compiuto, oltre che affermato. E con le idee chiare. Su cosa raccontare, con cosa divertirsi e quanto concedere al pubblico e alla produzione.
 
L'ultimo atto potrà apparire ridondante ed eccessivamente prolungato nel suo essere così tanto pop, ma stavolta l'invito non è a immedesimarci, quanto a fare un passo indietro insieme a Burton, che si affida al proprio immaginario e ai suoi (e nostri) amati freaks. Fin troppo ripuliti e un passo dall'essere degli Avengers ante litteram, ma come la correttissima -  didascalica e conciliante - conclusione conferma, non è film da 'Mostri in prima pagina' questo.