Downsizing - Vivere alla grande

Downsizing

Cosa succederebbe se l’unica soluzione al sovraffollamento globale fosse... il rimpicciolimento? È quello che succede in Downsizing, quando un gruppo di scienziati norvegesi scoprono come ridurre gli esseri umani a soli dodici centimetri d’altezza e rendere così il pianeta più sostenibile; ma non solo: il rimpicciolimento è anche la soluzione per una vita più ricca e agiata. Paul Safranek (Matt Damon), stanco della sua quotidianità stressata e sempre uguale,sceglie il benessere e una vita migliore insieme alla moglie Audrey (Kristen Wiig) in una delle ricche small town che stanno rapidamente crescendo negli Stati Uniti. Ecco che i suoi debiti diventano un ricco patrimonio, il suo metro e ottanta soli dodici centimetri e Paul è pronto per il suo piccolo grande destino.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Downsizing
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
20th Century Fox
DURATA
135 min.
USCITA CINEMA
25/01/2018
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2017
di Marco Triolo
 
Rimpicciolire per tornare in vetta, fuggire dalla porta sul retro della società per ritrovare il contatto. Downsizing, il nuovo film di Alexander Payne, sceglie una premessa di fantascienza per costruire una satira del tempo che stiamo vivendo, in cui i rapporti personali si stanno perdendo, l’odio per il prossimo serpeggia e la paura per il domani ci attanaglia. Ma, come ha detto giustamente Matt Damon all’incontro di presentazione del film, Downsizing è “un film ottimista” per quanto parli di apocalisse.
 
La storia è quella di Paul Safranek, un terapista del lavoro che decide di ricorrere al rimpicciolimento, scoperto da un team di scienziati norvegesi, perché non riesce più ad andare avanti con lo stipendio suo e della moglie. Essere alti 12 centimetri ha i suoi pregi: ogni cosa costa talmente poco che i soldi ricavati dalla vendita della casa di famiglia basterebbero ai Safranek per vivere di rendita. Ovviamente non è questo lo scopo immaginato dagli scienziati: loro vorrebbero rimpicciolire l’intera popolazione mondiale per fermare inquinamento e cambiamenti climatici. Ma per molte famiglie, diventare piccoli significa fare la vita da grandi, da ricchi. Solo che Paul viene abbandonato dalla moglie e si ritrova a ricominciare da capo, senza sapere che direzione dare alla propria vita.
 
Ci sono tutti gli ingredienti classici del cinema americano, in Downsizing: la seconda occasione, la ricerca di sé che porta a una maggiore comprensione del proprio posto nel mondo (delle proprie “dimensioni”, la metafora è chiarissima) e a tornare a vivere. Gli incontri improbabili che il destino ci riserva e che possono cambiare la traiettoria della nostra vita in modi imprevedibili. Tutto questo si avverte specialmente nella seconda metà, che vira verso territori talmente classici da essere – ironicamente – prevedibili. Questo danneggia in parte il film, senza farlo deragliare ma smorzandone decisamente le potenzialità.
 
Peccato, perché visivamente tutta la prima parte è strabiliante. Tra effetti speciali allo stato dell’arte – una combinazione di miniature perfette, poca CGI – e scenografie studiate in modo che ogni oggetto sembri uscito da una casa delle bambole, Downsizing porta avanti la storia con grande meraviglia visiva. Matt Damon, al solito, infonde al suo personaggio una qualità umana e umile come pochi attori sanno fare. È tutto estremamente “tangibile” ed emozionante allo stesso tempo.
 
Addentrarsi invece nei territori del viaggio a tre atti tipico del cinema mainstream americano non fa che trasformare un film potenzialmente unico in un’avventura indubbiamente ben confezionata e interpretata – da, tra gli altri, Christoph Waltz, Udo Kier, Kristen Wiig, Neil Patrick Harris, Jason Sudeikis, Laura Dern e dalla rivelazione del film, Hong Chau – ma troppo “normale” laddove avrebbe potuto essere dirompente.