Beautiful Creatures

Beautiful Creatures - Poster

Lo studente Ethan Wate si imbatte in Lena Duchannes, affascinante sedicenne la cui famiglia si è appena trasferita nella piccola cittadina del South Carolina in cui Ethan vive. Insieme a Lena, il ragazzo si troverà a dover affrontare la maledizione che tormenta la famiglia di lei da generazioni, mentre la sua giovane amica scoprirà di avere poteri magici che le cambieranno la vita.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Beautiful Creatures
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Eagle Pictures
USCITA CINEMA
21/02/2013
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2013

Nella corsa degli Studios alla vena d'oro dei romanzi simil-Twilight, Beautiful Creatures – La sedicesima luna rappresenta un'eccezione abbastanza gradita. Anziché giocare al ribasso amplificando le più basilari pulsioni e i vezzi adolescenzial-puritani della serie di Stephenie Meyer, Richard LaGravenese ha tratto dal romanzo di Kami Garcia e Margaret Stohl un film che si lascia guardare e ha il pregio di non tratteggiare personaggi ruffiani e stereotipati.

Proprio grazie a questa caratteristica, Beautiful Creatures parte bene: i due protagonisti, Ethan e Lena, sono adolescenti credibili con tratti caratteriali che ispirano simpatia e immedesimazione. Gli attori scelti per interpretarli, Alden Ehrenreich e Alice Englert, sono assolutamente “normali”. Non brutti, ma nemmeno bellissimi, richiamano la migliore tradizione del cinema per ragazzi anni Ottanta, epoca nella quale ancora Hollywood non andava a caccia di giovani nelle agenzie per modelli e tentava invece di aderire a canoni di bellezza più comuni. Oltretutto, Ehrenreich infonde al suo Ethan un'attitudine guascona che conquista subito, mentre la Englert evita con cura, anche grazie alla sceneggiatura, di scadere nella solita teenager dark e solitaria a cui ci ha abituato questo tipo di cinema. Il resto del cast funziona benissimo, su tutti un sempre ottimo Jeremy Irons, che fa la parte del classico zio inquietante e non cerca mai di rendersi più simpatico di quanto gli sia richiesto. L'ambientazione nel sud degli Stati Uniti, in South Carolina, regala al tutto un'atmosfera calda e riesce a evocare, senza insistere troppo, tutta la storia che quei luoghi hanno alle spalle, tra flashback della Guerra Civile e le ville coloniali che richiamano le piantagioni di cotone e la schiavitù.

Purtroppo a un certo punto il film perde un po' la retta via, incerto fra la descrizione realistica di un amore teen, gli elementi di magia e una sottotrama cospiratoria degna di un film di vampiri. La colpa principale, ma questo è probabilmente da imputare al romanzo, è quella di non definire mai esattamente di cosa sia capace un Caster, ovvero un mago. In pratica sanno fare tutto, qualsiasi tipo di incantesimo per fare qualunque cosa. Un po' debole come mitologia, specialmente dopo che la saga Harry Potter ha così tanto approfondito il tema. Il terzo atto rientra nella norma di “filmetto per adolescenti”, quando LaGravenese spinge il pedale dell'acceleratore per chiudere velocemente il tutto. Le suggestioni vanno a farsi benedire, sostituite dalla più classica faida famigliare. Per fortuna che il finale aperto – naturalmente ci saranno i sequel – è ben fatto e torna nei binari impostati all'inizio, salvando il tutto in corner.

di Marco Triolo