Battleship

Battleship - Locandina

Una razza di alieni, i Regents, giunge sulla Terra per sfruttare una fonte energetica nascosta sotto l'oceano. Dovranno affrontare una flotta di navi terrestri, in una battaglia epica raccontata da entrambi i punti di vista.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Battleship
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
SITO UFFICIALE
DISTRIBUZIONE
Universal Pictures Italia
DURATA
131 min.
USCITA CINEMA
13/04/2012
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2012

L'essenza di “Battleship
si puÒ riassumere prendendo come esempio gli alieni che minacciano la
Terra nel film: nessuno li voleva, ma loro sono arrivati lo stesso,
hanno fatto un po' di casino fracassando qua e lÀ e poi se ne sono
andati.



Battleship”, piÙ che un film, È un commercial di due ore sui giochi da tavolo Hasbro, nato dal patto tra la famosa casa di produzione di giochi e la Universal. Un accordo che ha giÀ dato alla luce la saga dei “Transformers” di Michael Bay, di cui “Battleship” È una sorta di epigono ambientato nel Pacifico anzichÉ in una grande cittÀ.
Certo, date le premesse, il film sarebbe potuto venire molto peggio. Ma
È anche vero che si tratta di un prodotto estremamente derivativo, in
cui ogni dettaglio – la tecnologia di “Transformers”, gli alieni che sembrano i soldati di “Halo” – È copiato da qualche predecessore.



Berg decide di imitare spudoratamente Bay: dal gusto
per l'immagine patinata, bagnata dalla luce dorata di un perenne
tramonto, ai ralenti a pioggia, alla scelta di una schiera di interpreti
tutti bellissimi e fotografati come se fossero degli dei greci (e non a
caso, Brooklyn Decker,
una dei protagonisti, È una super-modella). In mezzo a tutto questo,
c'È posto anche per fastidiosi spottoni patriottici della Marina (che
sembrano usciti da “Alex l'ariete”) e personaggi disillusi ma pronti a dimostrare il loro eroismo in battaglia. Possibilmente al ralenti.



Il film alterna alcuni momenti divertenti ad altri francamente inutili
(come una lunga partita a calcio tra marina americana e giapponese), e
soffre per un lunghissimo primo atto in cui non succede nulla e il ritmo
latita. Taylor Kitsch regge bene e conferma, dopo “John Carter”, di essere un protagonista carismatico e auto-ironico, mentre Liam Neeson intasca i soldi e si dÀ alla macchia. Rihanna fa quel che puÒ, ma non ha abbastanza spazio per lasciare il segno.
La trama, ovviamente, È assente, e non si riesce mai a capire quali
siano il piano o le motivazioni degli alieni, che passano da cattivi a
indifferenti a seconda della scena. La trovata per includere nel film le
regole del gioco originale È simpatica, ma non basta a dare senso a
un'operazione sbagliata in partenza.



Di Marco Triolo