Albert Nobbs

Albert Nobbs - Locandina

Nella Dublino di fine '800 la vita È dura per una donna sola e senza mezzi. PerciÒ, da piÙ di vent'anni la protagonista finge di essere un uomo: Albert Nobbs, l'impeccabile, riservato maggiordomo di un hotel di lusso. Fino a quando non si rende conto di essersi rinchiusa in una gabbia con le sue stesse mani.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Albert Nobbs
GENERE
NAZIONE
United Kingdom
REGIA
CAST
SITO UFFICIALE
DISTRIBUZIONE
Videa
DURATA
114 min.
USCITA CINEMA
10/02/2012
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2011

Erano piÙ di vent'anni che Glenn Close voleva portare sul grande schermo Albert Nobbs, il personaggio dell'omonima piÈce scritta da Istvan Szabo sulla base di un racconto di George Moore che la cinque volte nominata all'Oscar ha piÙ volte interpretato a teatro.



Lei, cosÌ androgina da essere riuscita ad incarnare alcune delle donne piÙ cattive della storia del cinema (dalla Alex di "Attrazione Fatale" alla Crudelia Demon de "La carica dei 101" , passando per la Marchesa manipolatrice di "Le relazioni pericolose"), aveva amato fin da subito la storia di questo cameriere di un hotel nell'Inghilterra del primo novecento che decide di fare credere a tutti di essere un uomo pur di avere una carriera leggermente migliore di quella prospettata
alle donne di servizio e guadagnare tanto da aprire successivamente una
propria attivitÀ. Un “travestito” costretto a una vita che non gli appartiene.
Il sogno di potere finalmente vivere come una donna, trovare l'amore e
liberarsi di una maschera che, prima di ogni cosa, l'ha portato ad
un'esistenza piena di solitudine da cui È sempre piÙ difficile scappare.
Non tutto perÒ È perduto...



Attorniata da un grandissimo cast che va da una vecchia sicurezza come Brendan Gleeson a giovani star come Mia Wasikowska e Aaron Johnson (con un cameo anche di Jonathan Rhys Meyers), Glenn Close si fa carico di una pellicola piÙ densa di significati,
capace di emozionare tanto con la semplice vicenda privata, quella di
una persona a cui, di fatto, il caso ha deciso di negare una vera
esistenza, che con la sua contestualizzazione storica, l'amore tra
donne, l'imperante sistema maschilista e il sacrificio dell'individuo in
nome delle etichette su cui È costruita la societÀ. Non ci sono
semplificazioni nÉ ricerca di finali catartici in questa storia raccontata con sensibilitÀ da Rodrigo Garcia. Tutti i personaggi della vicenda hanno una propria tridimensionalitÀ, non si ha mai la percezione che la loro presenza sia semplicemente funzionale al percorso del protagonista,
ma se ne sente il continuo vivere anche senza che appaiano in camera,
vuoi per un rumore, vuoi per un ombra o una semplice inquadratura che
dice tutto in un solo fotogramma.



Garcia imposta il proprio lavoro quindi sul “fuori campo”,
sul sapere senza vedere che È in definitiva lo stesso espediente
narrativo che tiene in piedi il mascheramento di Albert Nobbs. Una
pellicola che scalda i cuori e si candida come buon trampolino di lancio per l'ennesima nomination Oscar della grande Glenn Close che, recentemente, ha appena ricevuto il prestigioso premio alla
carriera al Festival di San Sebastian. Per un'attrice come lei, i
riconoscimenti, per quanto scontati, continuano ad essere sempre dovuti.




di Andrea D'Addio