NOTIZIE

Sherlock Holmes - Gioco di ombre - La recensione

Downey e Law sempre in gran forma. Ma la seconda avventura di Holmes brucia troppo carburante per superare l'originale

Sherlock Holmes - Gioco di ombre

07.12.2011 - Autore: Pierpaolo Festa
Guy Ritchie ha dimenticato le forbici a casa. Il suo “Sherlock Holmes – Gioco di ombre” è troppo grande, troppo lungo e troppo ambizioso nel cercare di superare il capitolo precedente. Una scommessa che quasi ossessiona l’intero team creativo alle prese con un frullato di azione, divertimento e spettacolo che non è gustoso come la prima volta.

Recensione Sherlock Holmes Gioco di ombre Holmes accompagna Watson all'altare

Solo a tratti il sequel riesce ad avere la stessa brillantezza del precedente. Il più delle volte, invece, si assiste a una messa in scena costruita sulla stessa formula di “Pirati dei Caraibi” con tre direttive principali: ampliare le dinamiche tra i protagonisti, puntare al massimo sullo spettacolo e allargare gli intrighi della trama. Quest’ultimo è il punto più debole: se interessante è la premessa di scatenare una guerra mondiale alla fine del XIX Secolo – e il Professor Moriarty è certamente un cattivo molto più minaccioso di quanto lo fosse Mark Strong – le conclusioni dell’intreccio, colpi di scena inclusi, rimangono fredde e confusionali. 

In quanto allo spettacolo, ci si diverte finché c’è ironia. Vediamo Sherlock affrontare il nemico durante l’addio al celibato di Watson. E successivamente coinvolto in una sparatoria con tanto di esplosioni all’interno di un treno. Sono queste le sequenze in cui si ha la sensazione di assistere al secondo tempo del primo film. Si sbadiglia un po’, invece, nelle scene action conclusive, visivamente spettacolari, ma che nulla aggiungono alla trama. A soffrire è anche il rapporto tra Holmes e Watson che va un po’ on and off. Tuttavia la simpatia dei protagonisti regna sovrana. Jude Law si diverte come un matto e Downey ormai è una rockstar del cinema a tutti gli effetti.

Recensione Sherlock Holmes Gioco di ombre I protagonisti a caccia di Moriarty

L’altro punto debole è proprio il fattore "Girl Power". Sembra che i realizzatori non ci credano fino in fondo: Rachel McAdams viene utilizzata soltanto nel prologo, per lasciare spazio a Noomi Rapace, sottotono e stereotipata nei panni della dura zingara di turno, che esce di scena quasi dimenticata, a cinque minuti dalla fine.

Frammentato tra problemi di ritmo e trovate vincenti all’insegna dello spasso, “Sherlock Holmes – Gioco di ombre” procede arrancando. Decisamente superiore rispetto alla media di sequel che continuano a propinarci, ma mai capace di eguagliare il predecessore. L’ottima scena finale, però, garantisce una sana risata.

Sherlock Holmes – Gioco di ombre”, in uscita il 16 dicembre, è distribuito dalla Warner Bros.

Per saperne di più

Il nostro incontro con Robert Downey Jr. a Roma
Il trailer del film e le foto dalla première mondiale
La recensione di Sherlock Holmes