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Monsters - La recensione in anteprima

Lasciate perdere i pop corn e non preparatevi ad esplosioni. Quello che è stato accolto come il nuovo "District 9" è una pellicola intima che si sviluppa in un contesto apocalittico. Un'opera riuscita a metà

Monsters

04.10.2010 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato a Berlino
Noi lo abbiamo visto al Fantasy Film Fest di Berlino dove il regista Gareth Edwards lo ha presentato così: “Più che una nuova versione di ‘District 9’, quello che volevo fare era un road movie sugli alieni”. Proprio come nel film del sudafricano Blomkamp ci viene presentata una realtà in cui gli extraterrestri hanno “contagiato” il pianeta. La zona più colpita è quella al confine tra Stati Uniti e Messico, recintata dagli americani con mura alte più di venti metri e reti elettriche. Ma al mercato nero ogni cosa è possibile, perfino corrompere messicani per farsi accompagnare attraverso la zona infetta.

Monsters

Monsters” racconta il viaggio del fotografo Kaulder (Scott McNairy), incaricato di riportare a casa sana e salva Sam (Whitney Able), la figlia del suo capo. Se da una parte è incredibile vedere come l’esordiente Edwads sia stato abilissimo a girare un film post-apocalittico con budget quasi a zero, dall’altra diverse pecche si notano nella storia. A cominciare dal fatto che più che a “District 9”, il regista guarda (ma è il caso di dire "ruba") al cinema di Spielberg: c’è proprio tutto in “Monsters”,  da “Incontri ravvicinati del terzo tipo” a “La guerra dei mondi” a “Jurassic Park”. Mettendo in scena una storia intima in un contesto apocalittico – come aveva fatto anche Cuaron con lo splendido “I figli degli uomini” – il regista basa la tensione sull’emotional journey di due personaggi che ormai hanno preferito morire dentro piuttosto che vivere la crudeltà del mondo e che forse adesso potrebbero salvarsi a vicenda… anche se da un momento all’altro potrebbe capitargli il peggio.

Monsters

In questo viaggio di poche centinaia di chilometri, la macchina da presa cattura l’atmosfera di un mondo “contagiato” dagli alieni ma non troppo diverso all’Afghanistan o all’Iraq che oggi vediamo in TV. Edwards filma la gente del posto che vive da anni al confine con la zona infetta, un’area che ormai è stata trasformata dagli USA in una grande discarica mondiale. Ma la tensione si esaurisce presto (le scene più adrenaliniche sono soltanto un paio), anche perché fino a qualche minuto prima del finale il regista sceglie di non puntare mai tutto sugli alieni e non mostrarceli troppo. Ovviamente è ormai storia vecchia il fatto che un film che si chiami “Monsters” riferisca il suo titolo più agli umani che agli extraterrestri... a tutti gli effetti un trend hollywoodiano dopo “Avatar” di James Cameron.

Monsters

Alla fine lo script manca di quella marcia in più e un senso di incompletezza/delusione avvolge lo spettatore. Il film è comunque interessante per come il regista è riuscito a girare una pellicola indipendente mirando al grande pubblico. Oltre al fatto che è sempre emozionante accogliere l’idea di opporsi alle teorie degli alieni messe in scena da Emmerich & Co.

Speriamo dunque di vederlo presto in Italia

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