NOTIZIE

Promised Land - La nostra recensione

Matt Damon scrive per Van Sant un film di denuncia dai risvolti troppo convenzionali

Promised Land - Matt Damon

15.02.2013 - Autore: Marco Triolo
Doveva essere l'esordio alla regia di Matt Damon questo Promised Land, ma in ultimo l'attore ha deciso di riservare il compito al suo amico Gus Van Sant. Come nel caso della loro storica collaborazione, Will Hunting – Genio ribelle, anche qui Damon firma la sceneggiatura. Stavolta insieme a John Krasinski, attore che si è fatto conoscere al grande pubblico con American Life di Sam Mendes e grazie al suo ruolo in The Office.

Promised Land recensione Matt Damon Gus Van Sant - Frances McDormand e Matt Damon

La storia riprende la più classica parabola americana dell'uomo che mette in discussione il proprio lavoro per ritrovare se stesso, un codice morale e soprattutto il rapporto con la terra e la natura, inevitabilmente simboleggiato dal paesello di agricoltori nella provincia americana. Schemi risaputi e stravisti nel cinema d'Oltreoceano e purtroppo Damon, Krasinski e Van Sant non riescono a nasconderlo troppo bene con particolari guizzi narrativi. Con questo non vogliamo dire che Promised Land sia da buttare: ha un intento pedagogico importante ed è raccontato con un certo mestiere, ma si perde, appunto, nella pedagogia, nell'impegno e nella denuncia, trascurando il fatto che un film ha bisogno di ben altro per convincere.

La cosa migliore di Promised Land è il suo successo nel descrivere, almeno per i primi due atti, il lavoro di Steve Butler (Damon) e Sue Thomason (Frances McDormand), due impiegati di una compagnia di estrazione del gas naturale giunti a Vattelapesca, Pennsylvania per convincere gli abitanti a vendere i diritti di estrazione dalle loro proprietà. Gli agricoltori sono inizialmente entusiasti, ma c'è un piccolo problema: il gas naturale sarà pure una risorsa pulita, ma l'estrazione causa spesso avvelenamento del terreno e delle falde acquifere, portando alla morte dei raccolti e del bestiame. Eppure, nonostante lavorino per una “malvagia” multinazionale, i due protagonisti non sono mai descritti come degli esseri biechi ma come dei semplici impiegati che fanno il loro lavoro. Sue ha un figlio da mantenere e vuole sbrigare in fretta l'affare per tornare da lui, Steven viene da un paesino rurale e quindi è ben consapevole dei problemi economici di una comunità così piccola. Interessante anche il confronto tra Steven e Dustin Noble (Krasinski), attivista per l'ambiente che ingaggia con il duo una lotta a suon di volantini e colpi bassi.

Promised Land recensione Matt Damon Gus Van Sant - Damon e Krasinski

Il film si accartoccia però su se stesso quando tenta maldestramente di introdurre una storia d'amore tra Steven e un'insegnante locale e tra Sue e un commerciante. C'è di fondo una morale facilona – i veri valori americani stanno nella provincia, lontano dalla Babele delle città – che non aiuta a ingerire la pillola. Eppure, verso il finale, qualcosa si riaccende e un colpo di scena inaspettato riesce a dare un discreto senso di chiusura al tutto. Peccato per quel dopo-finale consolatorio e assolutamente fuori luogo. Gus lo preferiamo certamente nella sua veste più sperimentale e indipendente.

Promised Land è distribuito in Italia da BIM. Qui la nostra intervista a Gus Van Sant.