
Per fortuna, è bastato soltanto il cancello d’ingresso con l’insegna gigantesca a fugare del tutto qualsiasi mia perplessità. Una breve passeggiata tra gli alberi che circondano la strada maestra permette di arrivare all’edificio principale, un vero spettacolo architettonico. Lo stesso Steve Jobs ha collaborato direttamente con gli architetti per ristrutturare quella che era una vecchia fabbrica e renderla un posto in cui l’atmosfera è assolutamente magica. La caratteristica principale del complesso, in cui dominano il legno e l’acciaio grezzo, è quella di convergere tutto verso l’ampio spazio centrale, in modo da dare a chi vi lavora l’idea di partecipare a un progetto collettivo. Anche gli uffici situati al secondo piano hanno tutti le finestre che danno sull’atrio, illuminato da una quantità infinita di finestre e vetrate. In poche parole, milleduecento persone e un’oasi felice.
Per chi arriva, la prima immagine che si presenta agli occhi è dunque questo gigantesco spazio comune, provvisto di tutte le comodità sia per gli impiegati della Pixar che per gli ospiti: ristorante, bar, negozio di gadget, sala internet, saletta chill-out e ogni altro genere di comfort. Io e gli altri giornalisti arrivati più o meno alle 08:30 del mattino ci siamo ritrovati con questo edificio stupendo quasi tutto per noi, e in attesa di cominciare a lavorare ci siamo goduti la possibilità di scorrazzare per il piano terra dove è possibile fotografare ogni cimelio presente. Ed ecco che la bacheca con i premi, le riproduzioni giganti de “Gli incredibili”, “Monsters & Co.”, “Alla ricerca di Nemo” o “Toy Story” hanno scatenato una gioia anche infantile che è impossibile trattenere in un luogo come i Pixar Studios.

L’occasione della visita alla Pixar è stata fornita dal loro nuovo “Ribelle – The Brave” (trailer), di cui ci hanno mostrato trenta minuti introdotti dal regista Mark Andrews. Del film posso dirvi che è lecito aspettarsi un capolavoro... Altra idea geniale che hanno sviluppato è quella di “vestire” il tutto con i gadget e la pubblicità del film a cui stanno lavorando, in modo che ogni anno circa l’intero complesso si rifà totalmente il look, regalando così la sensazione di lavorare in un posto in continuo movimento. Rispetto alle foto che avevo visto nel corso del tempo mi sono quindi trovato di fronte a uno spettacolo scenografico e di arredamento radicalmente nuovo, improntato sulle fascinazioni della Scozia medievale (ambientazione di “Brave” appunto). La centralinista che indossava la gonna con trame a quadri e un cappello con le corna valeva da sola il più sincero dei sorrisi!
Dopo le varie interviste mattutine con la crew del film, una guida ci ha condotto in un giro del secondo piano, dove era proibito scattare foto in quanto luogo deputato alla creazione artistica. La peculiarità dei vari uffici è quella di avere dei nomi che rimandano direttamente ai quartieri di New York. Siccome la base della Pixar prima di trasferirsi in California si trovava a Park Avenue, le sale si chiamano East Side, West Side ecc. Qui tutte le menti brillanti della casa di produzione si confrontano per creare ciò che da anni ammiriamo poi sul grande schermo. Si tratta di un processo realmente collettivo, che usufruisce delle idee e degli spunti di decine di persone, tutte dirette verso il miglioramento del singolo prodotto.

Pausa pranzo di un’ora: dieci minuti dedicati a ingozzarmi al volo di tutto quanto offriva il gustoso buffet, gli altri cinquanta spesi in estasi dentro lo store. Risultato? Una carta di credito stremata, che però mi ha fruttato due magliette supernerd, una tazza da colazione (le colleziono, non posso farci niente…) e qualche pupazzetto sparso. Insomma, immaginatevi un trentottenne che dovrebbe mantenere un atteggiamento professionale e che invece regredisce allo stato di un bambino dentro un negozio di giocattoli…
Il pomeriggio si è svolto all’insegna delle interviste TV agli autori di “Brave” e poi, insieme a una troupe appositamente messa a disposizione di ogni giornalista, della realizzazione degli stand in per eventuali servizi televisivi. Così ho potuto anche visitare gli smisurati giardini che circondano gli edifici, e che contengono un campo da calcio, uno da basket, una piscina e una palestra. Se ancora non l’aveste capito, alla Pixar la filosofia è che il posto di lavoro deve essere soprattutto un luogo di produttività, che però si ottiene mettendo l’impiegato nelle migliori condizioni psicofisiche possibili. Ecco che la possibilità di prendersi una pausa e di rilassarsi in un’atmosfera serena e positiva diventa un must dell’azienda. Purtroppo anche degli esterni non si è potuta o quasi fare alcuna foto, in quanto è ancora in costruzione un nuovo edificio che ospiterà i progetti futuri della Pixar. Come è stato ribattezzato? Ma Brooklyn ovviamente!

Alle 17:00 in punto la visita e la giornata di lavoro ai Pixar Studios finiscono, e il pick-up riporta noi giornalisti a San Francisco. Serve aggiungere altro per convincere voi lettori della bellezza di questa giornata? Purtroppo né le fotografie né le parole scritte possono restituirvi in pieno l’atmosfera che si respira in quel luogo, che adesso posso confermare merita in pieno di essere considerato mitico.
“Ribelle – The Brave”, in uscita il 5 settembre, è distribuito da The Walt Disney Company Italia.