NOTIZIE

Top Five: cinque adorabili bastardi

Sono dei veri bastardi, ma non si può non amarli. Sono le simpatiche canaglie del cinema, che ci terrorizzano, ci fanno infuriare, ma alla fine ci tengono incollati allo schermo...

Fuga da New York - Kurt Russell

14.10.2010 - Autore: Marco Triolo
Cliccate qui per leggere la nostra recensione di Cattivissimo me

“Superbad, Superdad”, recita la frase di lancio di “Cattivissimo me”. “Supercattivo, superpapà”, vale a dire i due estremi dell'animo umano, il calore e l'affetto paterno versus il gelo del Male con la “M” maiuscola. Sono le due caratteristiche contrastanti di Gru, il protagonista del nuovo film d'animazione della Universal, la cui uscita celebriamo con la nostra consueta Top Five dedicata stavolta ai “bastardi adorabili” del cinema. Da Hannibal Lecter a Jena Plissken, ecco tutte le canaglie che hanno conquistato i nostri cuori...

Anthony Hopkins è Hannibal Lecter

5. Hannibal Lecter, “Il silenzio degli innocenti
Lo ha creato Thomas Harris nel suo romanzo “Drago rosso”, ma è stato Anthony Hopkins a rendere celebre il brillante psichiatra cannibale ne “Il silenzio degli innocenti”, dove faceva da consulente all'agente dell'FBI Clarice Starling (Jodie Foster) e già che c'era la psicanalizzava un po'. Da ragazzino ha visto un banda di nazisti mangiargli la sorella e ha pensato bene di seguirne le orme dopo essere diventato un rispettato medico. Dunque si tratta di un vero bastardo, ma come si fa a non adorarlo? Ha un senso della giustizia tutto suo, mangia solo quelli che gli stanno sulle scatole e oltretutto è un buon gustaio. “Uno che faceva un censimento – ricorda il buon dottore – una volta tentò di interrogarmi: mi mangiai il suo fegato con un bel piatto di fave e un buon Chianti”. Perciò non sognatevi di suonargli i campanello per vendergli un'enciclopedia!

George Clooney in Dal tramonto all'alba

4. Seth Gecko, “Dal tramonto all'alba
Guardando indietro al primo ruolo importante di George Cooney (se si esclude quello del dottor Ross di “E.R.”) è curioso scoprire come sia lontano anni luce dai personaggi piacioni da lui interpretati negli anni seguenti. Seth Gecko è un violento, irascibile rapinatore con un solo scopo: "portare le proprie chiappe e quelle del fratello Richie (Quentin Tarantino) in Messico", lontano dai federali. Ma quando, insieme alla famiglia che ha preso in ostaggio per oltrepassare il confine, Seth finisce in un locale popolato di vampiri, imparerà che a volte bisogna lottare per salvare non solo la propria pelle. Quanto si sono divertiti Quentin Tarantino e Robert Rodriguez nel dare forma a una delle canaglie più dannatamente irresistibili del cinema horror? Seth gira ammazzando a destra e a manca e snocciolando perle tipo “io non ho mai creduto ai vampiri del cazzo, ma credo a quello che vedono i miei occhi e quello che ho visto erano dei vampiri del cazzo”. E alla fine, rivela la sua natura quando Kate (Juliette Lewis) lo prega di prenderla con sé. Lui le da dei soldi e la congeda dicendo “sono un bastardo, ma non così bastado”. Già: è un adorabile bastardo.

Jean Reno in Léon

3. Leon, “Léon
Il più celebre ruolo di Jean Reno è quello di Leon, un solitario e misantropo killer a pagamento che vive recluso in uno squallido appartamento di New York, con la sola compagnia di una piantina e dei vecchi film di Gene Kelly. Un giorno, la sua vita viene messa sotto sopra quando accoglie riluttante la giovanissima Mathilda (l'esordiente Natalie Portman), decisa a imparare il mestiere per vendicare la morte dei suoi familiari, uccisi da uno sbirro corrotto (Gary Oldman). Léon” è tutto alla rovescia: i poliziotti sono dei criminali col distintivo, che hanno venduto la propria anima per i soldi, mentre un killer diventa un amorevole padre disposto a sacrificarsi per amore, e che oltretutto non ritira mai il denaro guadagnato con i suoi lavori! Luc Besson non ha mai più girato nulla di così istantaneamente classico, ed è anche per colpa di questo film se Oldman per anni ha sempre recitato parti da cattivo.

Patrick Swayze in Point Break

2. Bodhi, “Point Break
Pace all'anima di Patrick Swayze, che ci ha lasciati l'anno scorso, non prima di aver segnato gli anni Ottanta e Novanta con una galleria di personaggi fantastici. Tra questi, il migliore è forse Bodhi, il rapinatore/surfista/guru che in “Point Break” affascina lo sbirro Johnny Utah (Keanu Reeves) al punto da fargli sparare in aria e gridare “Aaaaah”. Swayze filosofeggia per metà film e per l'altra metà si veste da presidente e svaligia le banche, ma sempre con sommo stile. E quel finale, ragazzi che brividi: quando sta sulla spiaggia e dice a Utah più o meno “dai, è la mareggiata del secolo, lasciami andare. Vamos amigo”. Non bastasse tutto ciò, ricordiamo il movente che lo spinge a organizzare tutte quelle rapine: per finanziarsi un'estate perenne. Ma quanto vince?

Kurt Russell è Jena Plissken

1. Jena Plissken, “1997: Fuga da New York
Che carogna Jena Plissken! Uno degli antieroi più “anti” della storia del cinema, nel senso che proprio non ne ha voglia ma che altro può fare? Gli hanno iniettato un esplosivo nel sangue, e se non salverà entro ventiquattro ore il Presidente degli Stati Uniti, tenuto ostaggio nell'immenso carcere che è diventata New York, la sua carotide farà boom. John Carpenter e Kurt Russell si inventano un personaggio che è rimasto negli annali del cinema action: basta una benda sull'occhio e un'attitudine da “levati dalla mia strada” per fare di Jena (in originale “Snake”) una leggenda. Plissken è così fetente che, dopo aver recuperato un'importante cassetta su cui è registrato il segreto della fusione fredda che potrebbe salvare il mondo dalla catastrofe, la distrugge perché sì, perché lo hanno fatto arrabbiare. E se la ride, tanto a lui che gliene frega!

Per saperne di più

Il trailer di Cattivissimo me