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Noomi Rapace e le ultime dal prequel di Alien

La Lisbeth Salander del grande schermo incontra Ridley Scott per discutere di un ruolo, Damon Lindelof riscrive la sceneggiatura. Ecco tutto quello che (forse non) volevate sapere sul prequel di "Alien"

Noomi Rapace

08.10.2010 - Autore: Marco Triolo
Chi non ricorda lo Space Jockey, il gigante fossilizzato che John Hurt e compagnia incontrano in una delle sequenze iniziali di “Alien”? Il capolavoro di Ridley Scott conta diverse scene madri ed elementi che contribuiscono al suo fascino, e il Jockey è uno di questi. Non conoscerne le origini, il perché sia giunto con la sua astronave su LV-426, e soprattutto da dove escano quelle mostruose uova nascoste nella stiva (campioni raccolti su un mondo alieno? Armi biologiche nate dall'ingegneria genetica?) alimenta una serie di quesiti irrisolti che avvolgono il film in un alone di mistero e inquietudine.

Lo Space Jockey di Alien

Ora Ridley Scott sta per fare una delle cose più rischiose della sua carriera: sta per dare risposta a quelle domande. Come? Ma con il doppio prequel 3D di “Alien” attualmente in fase di pre-visualizzazione e scrittura presso la 20th Century Fox. I motivi per gioire sono pochi, quelli per dubitare molti.

Noomi Rapace nei panni di Lisbeth Salander

Innanzitutto, a quanto pare Damon Lindelof sta mettendo mano alla sceneggiatura di Jon Spaihts. Spaihts è praticamente sconosciuto, mentre Lindelof è noto a tutti per aver co-creato e supervisionato “Lost” per tutta la sua durata. In secondo luogo, e questa è la notizia del giorno, Noomi Rapace ha incontrato Ridley Scott e la Fox per parlare di un ruolo nel film. Altre candidate sarebbero Carey Mulligan e Abbie Cornish, ma il punto non è tanto chi verrà scelto: il punto è che, anche nel prequel, la protagonista sarà una donna. I paragoni con la Ripley di Sigourney Weaver si sprecheranno, perché sarà davvero difficile competere con un personaggio così iconico. La protagonista di “Uomini che odiano le donne” ha comunque il giusto look da eroina action, e potrebbe funzionare.

Sigourney Weaver e Ridley Scott sul set di Alien

I problemi nascono nel voler a tutti i costi raccontare qualcosa che forse sarebbe meglio lasciare all'immaginazione, ma d'altra parte nell'era del prequel l'immaginazione è stata totalmente svalutata sul colle di Los Angeles. Scott cammina dunque su un'affilatissima lama di rasoio, tra le limitate chance di un successo e il rischio di rovinare per sempre anche la visione del film originale. Però è inutile negarlo: l'idea di vedere il moderno Scott tornare al mondo che ha contribuito a creare ha un appeal indiscusso. Speriamo solo che tutto questo non sia un'esca per strapparci i nostri sudati risparmi.

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