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Il cinema secondo Muccino

Per alcuni è uno dei migliori registi italiani in circolazione. Altri, invece, continuano a criticare le sue scelte cinematografiche. E dopo il suo sodalizio storico con Will Smith, adesso punta a Tom Cruise, Brad Pitt e Leonardo DiCaprio!

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12.01.2009 - Autore: Pierpaolo Festa
E’ stato un film molto difficile e ambizioso. Sapevamo che sarebbe stato anche pericoloso. Ma era una sfida: creare qualcosa di nuovo e rivoluzionario per gli standard di Hollywood: abbiamo tenuto duro e non abbiamo mai perso di vista il nostro scopo. O farlo all’estremo obiettivo con le estreme conseguenze oppure non farlo!” Così Gabriele Muccino spiega il suo film più complicato e allo stesso tempo quello a cui tiene di più, “Sette anime”, produzione Sony dal budget di 50 milioni di dollari… molti dei quali li ha intascati la star protagonista, Mr. Will Smith.

Si tratta di un film abbastanza duro. Come vi siete preparati a metterlo in scena?

Abbiamo provato tanto tempo, per cinque settimane. La cosa più difficile è stata trasformare Will Smith nel personaggio che non è. Ben è un personaggio difficile e noi siamo abituati a vedere Will in maniera estremamente solare e felice. Il suo personaggio è un uomo spento dentro, un personaggio lontano da quello che è la vita. E’ depresso e parzialmente ha una sorta di follia o malattia mentale. Facendogli mettere i piedi in queste scarpe sono riuscito a provocargli una reazione forte.

Come mai questo film?
Il motivo per cui l’ho fatto è perché è un film sull’amore e sulla sua capacità salvifica: se non amiamo e se non siamo amati rischiamo di cadere davvero in una spirale che ci toglie la forza di vivere.

Per gran parte del film non rivelate il segreto del protagonista, a quali film si è ispirato?

Come struttura un riferimento interessante era “Il sesto senso”: avevo il terrore di annoiare il pubblico all’estremo. Adesso, anche se si fatica nella prima metà, è un film in cui nessuno esce dalla sala.

Ci parli dei lati positivi di questa sua esperienza americana…

Sono proprio tanti: lo stimolo grosso che viene dal lavorare lì è il fatto che di danno storie diverse. È come un’esaltazione della tua creatività, una cosa necessaria e richiesta. E poi c’è grandissima serietà, anche nel processo di marketing: la vendita del prodotto è necessaria… una cosa che da noi non esiste. Vedono il cinema in modo molto industriale e non penso che sia affatto un difetto: un film costa e deve sicuramente riprendere i costi. Così hanno fatto tutti, perfino i grandi maestri (Altman, Bob Fosse, Kubrick e Spielberg). Il film è un’opera industriale, se sei fortunato e hai rispetto fiducia e talento, puoi mettere la tua visione. Questo va detto senza timori e senza false ipocrisie.

E’ stato detto che “Baciami ancora” (sequel de “L’ultimo bacio”) sarà il suo prossimo film. Poi è arrivata la notizia di un nuovo copione che ha scritto per Hollywood. Può farci luce su questo ‘mistero’?
Sto scrivendo “Baciami ancora”. Se mi piacerà il copione, allora sarà il mio prossimo film. Ma vorrei tanto fare questo film americano.

N.d.R.
- Il film s’intitolerebbe “What I Know About Love” e secondo l’Hollywood Reporter riguarda il crollo di una famiglia che passa attraverso un terribile divorzio. “La storia è raccontata dal punto di vista del padre – ha detto Muccino - L’uomo finisce per innamorarsi di un’altra donna con cui mette su una nuova famiglia, ma la donna è una sociopatica… e quindi l’uomo ritornerà dalla prima moglie. Il film mostra il caos e tutte le complicazioni e le complessità dei nostri tempi, in cui le persone non sono capaci di tenere insieme una famiglia e divorziano facilmente. Mi piacerebbe avere Leonardo DiCaprio, oppure Brad Pitt o Tom Cruise. Non so in quale ordine lo chiederò a loro”.

Per saperne di più:
Leggete la nostra intervista a Will Smith  e Rosario Dawson
Leggete la nostra recensione
Guardate il trailer del film



 

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