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Beasts of the Southern Wild vince il Sundance

Il festival del cinema indie guidato da Robert Redford premia l'impegno civile

Robert Redford

29.01.2012 - Autore: Marco Triolo
Si è da poco conclusa a Park City, Utah, l'edizione 2012 del Sundance Film Festival, concorso dedicato al cinema indipendente americano e internazionale fondato da Robert Redford. Il grande vincitore quest'anno è stato, per la sezione lungometraggi di finzione, “Beasts of the Southern Wild” di Benh Zietlin, surreale racconto ecologico che vede protagonista una bambina di sei anni chiamata Hushpuppy (Quvenzhané Wallis), che vive con suo padre Wink (Dwight Henry) in un paesino del sud americano dimenticato da Dio. Un giorno, Wink si ammala di un morbo misterioso e contemporaneamente le acque si sollevano e i ghiacci si sciolgono, liberando preistoriche creature note come aurochs. Mentre il pericolo si avvicina, Hushpuppy deve andare alla ricerca della madre. Il premio al documentario è invece andato a “The House I Live In” di Eugene Jarecki, che racconta il fallimento delle politiche americane nella lotta contro la droga. I premi al cinema internazionale sono stati assegnati a “The Law in These Parts”, documentario israeliano diretto da Ra’anan Alexandrowicz e incentrato sul sistema legale imposto da Israele nei territori occupati della Palestina, e “Violeta Went to Heaven”, biopic sulla cantante cilena Violeta Parra diretto da Andrés Wood.

E' evidente che la presente crisi finanziaria e culturale dell'America si è fatta ampiamente spazio nei film in concorso, e ciò si riflette nei premi ai migliori registi americani, assegnati a Lauren Greenfield per il documentario “The Queen of Versailles”, su una coppia che intende costruirsi una replica della reggia di Versailles, quando la crisi economica si mette in mezzo, e Ava Du Vernay per “Middle of Nowhere”, che racconta l'odissea di una donna afro-americana per tenere in piedi il suo matrimonio dopo che il marito è finito in carcere. A livello internazionale sono invece stati premiati i registi Jean-Marie Teno per il documentario “5 Broken Cameras”, ancora sul conflitto in Palestina, e Mads Matthiesen per “Teddy Bear”, il viaggio di un culturista dalla Danimarca alla Tailandia in cerca dell'amore.

I premi del pubblico sono infine andati a “The Invisible War” di Kirby Dick, documentario sull'epidemia di stupri di soldati all'interno dell'esercito americano, e a “The Surrogate” di Ben Lewin, incentrato su un giornalista costretto a vivere in un polmone d'acciaio, ma intenzionato a perdere la propria verginità. Nel cast anche Helen Hunt e William H. Macy. A livello internazionale, il pubblico ha premiato invece il documentario inglese “Searching for Sugar Man” di Malik Bendjelloul, su un rocker anni Settanta misteriosamente scomparso nel nulla, e il film indiano “Valley of Saints” di Musa Syeed, su un ragazzo che pianifica la fuga dal suo villaggio del Kashmir, dalla guerra e dalla povertà.