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La morte di Ken Russell

Se ne è andato il regista de "I diavoli", "Tommy" e "Whore". Aveva ottantaquattro anni

Ken Russell

28.11.2011 - Autore: La redazione
Una delle storie più interessanti su Ken Russell è quella del suo incontro con Federico Fellini avvenuto in Italia fuori da uno studio cinematografico. La leggenda vuole che i due, dopo essersi complimentati a vicenda, si siano chiamati rispettivamente “Il Federico Fellini d’Inghilterra” e “il Ken Russell d’Italia”.

Una cosa è certa: quando si tratta di Ken Russell, allora si pensa a un cinema estremo, onirico e naturalmente controverso. Aveva ottantaquattro anni. E' stato stroncato da una serie di ictus: “mio padre è morto con il sorriso sulle labbra. Se n’è andato serenamente” – ha detto il figlio Verney Elliott.

Uno degli aggettivi più usati riguardo al suo cinema è "eccessivo". Come non dimenticare quello che è accaduto nel 1971 con “I diavoli”, una vera e propria bomba H sganciata sul grande schermo. Un film incentrato sul coinvolgimento di un prete ai piacere carnali, satanismo e torture. Una pellicola che anche in Italia fu definita volgare, blasfema e inaccettabile. “Si tratta di un film molto duro - aveva detto il regista - ma del resto tratta temi duri. Spero che le persone che sono rimaste sconvolte dal film, abbiano letto il libro di Aldous Huxley. Perché i fatti sono molto più scioccanti di quanto ho mostrato nel film”.

Ribelle ed estremo,  Russell ha realizzato nel ’75 una delle pietre miliari del cinema musicale, reclutando gli Who per “Tommy”, basato sull’omonimo album della band inglese e interpretato anche da Jack Nicholson, Elton John, Tina Turner ed Eric Clapton. Negli anni Ottanta ricordiamo come ha trasformato William Hurt in “Stati di allucinazione” ma anche “L’ultima salomè”, tratto da Oscar Wilde. Il suo film più celebre dell’ultimo ventennio è senza dubbio “Whore – Puttana” con Theresa Russell.

 

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