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Addio a Damiano Damiani

Il regista de Il giorno della civetta e La piovra si è spento a Roma a 91 anni

Damiano Damiani

08.03.2013 - Autore: Marco Triolo
Si è spento nelle scorse ore a Roma, per insufficienza respiratoria, il regista Damiano Damiani, uno dei grandi nomi del cinema di denuncia insieme a Francesco Rosi, Elio Petri e Carlo Lizzani, e tra questi quello che più aveva saputo fondere temi politici e sociali con il miglior cinema di intrattenimento. Aveva 91 anni.

Una manciata di titoli lo hanno consegnato alla storia: Il rossetto, giallo scritto con Cesare Zavattini e interpretato da Pietro Germi, L'isola di Arturo, La noia, ma soprattutto il capolavoro Il giorno della civetta, dal romanzo di Sciascia, e Confessione di un commissario di polizia al procuratore della repubblica, proto-poliziottesco interpretato, come il precedente, da Franco Nero. Damiani toccò solo marginalmente lo spaghetti western, girando comunque due titoli molto apprezzati: Quien Sabe?, uno dei primi “Zapata western” (una definizione a lui mai piaciuta), ovvero quel sottogenere dedicato alla rivoluzione messicana, interpretato da Gian Maria Volonté e Klaus Kinski; e Un genio, due compari, un pollo, commedia western con Terence Hill.

Nella sua lunga carriera ha toccato anche l'horror, girando in USA Amityville Possession, sequel di Amityville Horror. Celebre anche il suo contributo alla televisione: Damiani ha diretto la prima, storica stagione de La piovra, il serial sulla mafia interpretato da Michele Placido. Negli ultimi anni la sua stella si era un po' sbiadita e Damiani ha finito per dirigere il cult trash Alex l'ariete, esordio sul grande schermo di Alberto Tomba che fu uno dei peggiori flop del nostro cinema. Ma si tratta solo di una piccola macchia in una carriera altrimenti intonsa, che ha reso grande il nostro cinema di genere ormai da lungo tempo perduto. Grazie, signor Damiani. 

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