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"Conta su di me"

"Conta su di me"

Conta su di me

23.03.2001 - Autore: Adriano Ercolani
Sammy (Laura Linney) è sempre vissuta a Catskill Town, nella casa che una volta era dai genitori, morti a causa di un incidente automobilistico quando lei era ancora una bambina. La donna ha un buon lavoro in banca, ed ha un figlio di otto anni, di nome Rudy (Rory Culkin) che non ha mai visto suo padre. La vita di Sammy inizia a prendere una piega imprevista quando convergono in essa due eventi inaspettati: la visita improvvisa di suo fratello Terry (Mark Ruffalo), tornato dopo mesi di silenzio, e larrivo in banca del nuovo direttore Brian Everett (Matthew Broderick), che le impone orari e regole molto severe. Il tentativo di ricostruire un rapporto con il fratello sbandato e bisognoso di denaro (la sua ragazza ha dei problemi finanziari), e la relazione difficile che imbastisce con Brian, un uomo sposato, portano Sammy ad interrogarsi sul suo stile di vita e sulle sue convinzioni, una nuova dimensione che la donna non riesce del tutto a gestire. Rudy intanto comincia ad affezionarsi seriamente allo zio, che lascia il bambino libero di divertirsi come più gli piace, sottraendolo alla cappa di apprensione e severità in cui lo costringe la madre. La situazione precipita quando Terry, credendo che Rudy abbia diritto di avere delle risposte alle proprie domande, porta il ragazzo a conoscere il vero padre, che altro non è che un ubriacone violento che abita in un paesino vicino a Catskill Town; purtroppo la visita termina con una rissa tra Terry ed il padre del bambino, con il conseguente arresto del primo. Naturalmente la relazione tra i due fratelli si incrina definitivamente, e la donna chiede al giovane di ripartire e lasciare la sua casa, nonostante egli si sia ormai affezionato al nipotino.   Il commento Esordio davvero molto convincente, questo dietro la macchina da presa dello sceneggiatore Kenneth Lonergan, già apprezzato autore dello script di Terapia e Pallottole (Analyze This, 1999) di Harold Ramis. A convincere prima di tutto è proprio la storia (non per niente il film ha ottenuto la nomination per la migliore sceneggiatura originale), molto ben sviluppata nel tratteggiare le diverse psicologie dei personaggi, e dotata di una delicatezza difficilmente rintracciabile nei film americani, anche quelli più intimisti. Lautore sceglie poi, molto coerentemente, una regia discreta e mai troppo presente, lasciando che siano la storia e la bravura degli attori a fare il film. Anche la messa in scena, ambientata in una piccola e tranquilla cittadina di provincia, contribuisce non poco a creare intorno alle figure un senso di intimità e pudore del tutto funzionali. Passando a valutare la prova degli attori, non possiamo accomunarli tutti in un unico applauso: Laura Linney (nomination allOscar) è molto misurata e convincente, e Matthew Broderick aderisce al suo personaggio grazie a doti di esperto caratterista; la vera sorpresa del film è però Mark Ruffalo, molto intenso nel tratteggiare la forza ed insieme la fragilità di Terry, ragazzo senza fissa dimora e soprattutto senza una vita stabile.   In sintesi Molto ben diretto e soprattutto scritto, il film si propone come una piccola commedia dolce-amara, dal sapore domestico, intimista e delicata; insomma, un film decisamente sui generis nel panorama del cinema statunitense. Gli attori sono tutti molto bravi ed affiatati, in particolare il giovane e semi-esordiente Mark Ruffalo.   Il giudizio Film pudico ed intimista, come non se ne vedono davvero molti oltreoceano.