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L'occhio della madre: Breakfast Club

Il capolavoro di John Hughes è anche il capolavoro del genere teen movie tutto. Un genere che troppo spesso si confonde con la bassa qualità.

Breakfast Club - Il cast

15.06.2011 - Autore: Federica Aliano
Li amiamo come figli, e li amiamo ancora di più perché tante volte vengono bistrattati. Sono i classici del cinema popolare che tratteremo in questa rubrica, guardandoli con l'affettuoso “Occhio della madre”.

C’è stato un tempo in cui i film per teenager erano considerati a priori film di scarsa qualità. Aspetta... è ancora così! Ma negli anni Ottanta i teenage movie vissero una vera età dell’oro. A differenza di quelli di oggi, mostravano ragazzi veri, incarnavano problemi, inquietudini, sogni e speranze, non partivano dall’ultimo visino uscito da un reality, ma dalla sceneggiatura. Su tutti gli autori che hanno parlato dell’adolescenza, si staglia incontrastato un nome: John Hughes. Nel 1985, Hughes ha diretto quello che è universalmente noto come il suo capolavoro (o almeno lo è per chi esula dalla critica convenzionale): “Breakfast Club”. E ha inventato il Brat Pack, un concetto che molti altri, ancora oggi, tentano di imitare.

Molly Ringwald ed Emilio Estevez in una scena

La trama: Come si dice nel documentario “Don’t You Forget About Me”, di Matt Austin Sadowski, nel film quasi non c’è trama. Cinque studenti sono costretti a stare chiusi nella biblioteca della scuola di sabato. Come si fa con i detenuti, non si chiede cosa hanno fatto (Andy/Emilio Estevez lo racconterà di sua spontanea volontà). Sono cinque “tipi” facilmente classificabili in un liceo: un cervello, un atleta, una principessina, una fuori di testa e un delinquente. Normalmente non si rivolgerebbero nemmeno la parola, ma all’interno del liceo Shermer, Illinois, quel sabato entrano in contatto, fra di loro e con la loro stessa condizione di teenager senza una direzione.

Anthony Michael Hall e Judd Nelson

Perché è un cult: John Hughes è stato per tre generazioni il cantore dell’adolescenza, di tutte quelle idiosincrasie, difficoltà di sopravvivenza, scombussolamenti sociali e ormonali, malinconia di fondo che sono tipiche dei teenager. In tutto il mondo, per tre generazioni, quando si parla di teen movie si pensa a “Breakfast Club”. Registi come Cameron Crowe, Jason Reitman, Kevin Smith sostengono – a ragione – che non si gira un teen movie senza prima aver rivisto i film di Hughes. Ognuno di noi può rispecchiarsi in uno (o anche in tutti) quei cinque ragazzi che rappresentano il vero, autentico, originale Brat Pack, imitato ma mai eguagliato. Molly Ringwald, Emilio Estevez, Anthony Michael Hall, Ally Sheedy e Judd Nelson incarnavano alla perfezione (e lo fanno ancora) l’adolescente e l’adolescenza e divennero immediatamente modelli di ruolo per i ragazzi degli Eighties. Niente di lontanamente comparabile al teen star system di oggi, fatto di esposizione meditica continua: erano e sono semplicemente ciò che tutti noi avremmo voluto essere.

Un vittorioso Judd Nelson

La scena da non perdere: Dopo vari screzi con il preside reaganiano Vernon, i cinque si siedono in circolo in un angolo dove lui non può vederli e tirano fuori tutto ciò che sentono, le loro verità, le loro ansie. È la scena madre del film e di tutti i teen movie. Plus: in un cameo si vede il regista John Hughes. È il padre di Brian che alla fine del film lo va a prendere guidando un’auto rossa.

L’aneddoto: John Bender (Judd Nelson) in una scena si rivolge a Vernon ripetendogli la frase “Eat my shorts”. La stessa battuta sarà poi presa da Matt Groening per il suo Bart Simpson. “Eat my shorts” in italiano diventerà “Ciucciami il calzino”.

La battuta clou: “Quando cresci, il tuo cuore muore” - Allison (Ally Sheedy). È il succo del cinema di Hughes, e di moltissimi altri teen movie.

Per saperne di più:
Omaggio a Hughes al Biografilm Festival
In arrivo Una pazza giornata di vacanza 2