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Roma omaggia Richard Gere

Grande attore e inguaribile ottimista dal self control spirituale, Richard Gere riceve a Roma il premio Marc'Aurelio all'attore

Richard Gere - Festival di Roma 2011

03.11.2011 - Autore: Alessia Laudati
Saggio, placido e consapevole, Richard Gere stupisce tutti. L’attore arriva al Festival di Roma per ricevere venerdì sera il premio Marc’Aurelio all’attore, omaggiato ulteriormente dalla proiezione di ”I giorni del cielo”, il film di Terrence Malick che per primo gli offrì la possibilità di interpretare un ruolo da protagonista.  L’aria è di grande attesa per la star internazionale, che invece raggela il pubblico e la stampa con una placida spiritualità ed un insolito pragmatismo, specialmente nei confronti della professione dell’attore.  Richard rompe il ghiaccio in sala stampa, con un inno alla bellezza e all’importanza dell’Italia: “Amo l’Italia, uno dei primi premi ricevuti è stato il David di Donatello per ”I giorni del cielo”, molto importante per il riconoscimento pubblico ricevuto. Di solito ti danno un premio quando stai per morire”.  L’attore continua descrivendo le sensazioni provate agli inizi della sua carriera: “Adesso Hollywood è profondamente cambiata. Negli anni ’70 e ’80 era un’età dorata. C’erano opportunità ed ogni cosa era affrontata con spirito da pionieri che si facevano largo con l’accetta in mano tra la giungla. Ora è cambiata economicamente, si fanno meno piccoli film, è molto dura per chi comincia”.

Impossibile quindi non proseguire la conversazione sulla scia dei bilanci: “In ”I giorni del cielo” avevo ventisei anni, non ho più rivisto il film da allora e sono emozionato all’idea di rivederlo. Ci tengo a dire che per me fare l’attore è un ottimo lavoro, ma non lo prendo troppo seriamente, senza minimizzarne l’importanza, ma non lo personalizzo troppo. Ci sono altre cose per me sono molto più importanti, primo la famiglia, secondo i miei maestri spirituali (l’attore è un convinto buddista n.d.r.), e al terzo posto la carriera perché mi diverte e mi dà la possibilità di viaggiare e conoscere persone”.  Nel caso non fosse ancora chiaro, l’attore continua sul filo della filantropia: “Non mi sono mai sentito un sex symbol, faccio un lavoro che mi piace ma l’essenza della mia vita e del genere umano è l’amore e la compassione”. Infine l’attore conclude con accenni alla situazione politica e con la vaga indicazione di un suo possibile erede tra la nuova generazione di attori: “Sull’attuale crisi finanziaria ho visto un ottimo film, anzi straordinario, "Inside Job".  E’ un film che dimostra perfettamente le responsabilità di chi ha prodotto o non arginato la crisi, che ha poi occupato alte posizioni nel governo. Mi sono sentito violentato da questo”. Con una risata indica poi l’attore promettente Ryan Gosling: “Piace molto a mia moglie e anch’io trovo sia bravo”.

Appunti per il futuro Signor Gere? “Aspetto un ruolo in tv. Ho visto grandi produzioni HBO, che lavoravano su sceneggiature complicatissime ottenendo un ottimo lavoro”, conclude serafico. Il futuro sembra  sorridere all’attore, con un passato pieno di successi e una forte attuale concretezza sulle cose veramente importanti per lui. 


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