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Film.it alla première mondiale di Tintin

Diario di bordo di uno dei più grandi eventi dell'anno. Siamo andati in Belgio per incontrare Steven Spielberg e parlare con lui di "Le avventure di Tintin: Il segreto dell'Unicorno"

Le avventure di Tintin: Il segreto dell'unicorno

24.10.2011 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato a Bruxelles
Bruxelles – Una coppia che entra mano nella mano nella hall di un albergo del centro. Una bellissima immagine, considerato che lui e Kate sono sposati da vent’anni e che non si lasciano per un attimo.

L’entourage dei publicist si raduna attorno, quasi fossero un mucchio di legionari pronti a far scudo per proteggere il loro comandante. Io mi trovo a meno di due metri di distanza, totalmente starstruck, praticamente immobile. Davanti a me c’è Steven Spielberg. La conferma definitiva che si tratta proprio di lui arriva nel momento in cui visualizzo perfettamente l’ultimo dei suoi inseparabili cappellini…

Tintin, Born in Brussels

Primo round con Spielberg
La sala delle conferenze Les Ambassadeurs dell’Hotel Amigo non è facile da espugnare. Il livello di sicurezza è alto quasi si trattasse del presidente USA: fino alla sera prima nessuno sapeva se il regista era già arrivato in città, né dove avrebbe dormito. L’attesissimo "Press Forum" di "Le avventure di Tintin: Il segreto dell'Unicorno" non è altro che una conferenza stampa, “ma a Steven Spielberg non piace la parola conferenza" - mi dicono gli americani. Guardo le lancette, 10.30. Quarantacinque minuti all’ora X. E non ho ancora pensato a una domanda da chiedergli in conferenza. Cioè al Forum. Non capita certo tutti i giorni di imbattersi in uno dei cinque più grandi registi americani contemporanei... diciamo anche tre. Forse due. Il rammarico di non aver colto l'attimo sarebbe schiacciante. Ma cosa chiedere? Una domanda sul motion capture? Una sugli attori? Tutta roba già circolata da mesi. Cosa chiedere?

Aspettando Spielberg in conferenza

Nel nome di Hergé
Steven Spielberg è un uomo piuttosto piccolo, con una grande testa. quasi fosse un alieno (e forse lo è davvero). La prima cosa che si nota quando si ha a che fare con lui sono i suoi occhi che brillano nel parlare delle sue passioni: “Mi chiedono cosa penserebbe Hergé di Tintin se fosse ancora vivo. Io credo che adorerebbe il mio film! L’ho fatto con amore verso il suo lavoro e mi sono circondato di veri fan di Tintin per realizzarlo, dai miei attori ai miei sceneggiatori. La gente mi chiede cosa ne penso di quelle critiche francesi rivolte al mio protagonista che nel film parla inglese. Be’ io invito quelle stesse persone a vedere il mio film. E potranno comunque vederlo doppiato nella loro lingua”.

Steven Spielberg presenta Le avventure di Tintin a Bruxelles - Foto AP

Steven l’ansioso
Ormai la storia è diventata leggenda: “Sono arrivato a Tintin molto tardi. Avevo trent’anni e avevo girato ‘I predatori dell’arca perduta’. In una recensione francese un critico paragonava il mio film a Tintin. Io non capisco il francese ma vedevo queste sei lettere ripetersi di continuo nel testo: TINTIN. È stato lì che ho scoperto le sue storie. Da quel momento non né ho più fatto a meno”. Partendo da questa dichiarazione chiedo a Steven Spielberg se, nonostante la sua grande carriera, gli capita mai di soffrire d’ansia, sia sul set che nel momento in cui i suoi film affrontano la critica: “Ma certo che sono ansioso! – dice con grinta – Tutte le mattine faccio il pieno di ansia prima di andare al lavoro. È una specie di rituale per me, ed è una cosa buona. L’ansia ti mantiene onesto verso il tuo lavoro e ti fa venire voglia di dare il massimo. Senza ansia diventi pigro e fai presto a ritirarti”.

Tintin come Indiana Jones?

“Non ditelo a Harrison Ford, perché se ammettessi che Tintin è il nuovo Indy, non avrei più bisogno di fare un quinto episodio con lui. La verità è che lo stesso Hergé, dopo aver visto ‘I predatori dell’Arca perduta’ mi ha chiamato: voleva che fossi io ad adattare le sue storie. Quindi posso dire che senza Indy non avrei mai fatto Tintin. Era il 1983, poche settimane prima che lui morisse. Abbiamo deciso di distribuire il film in Europa, molto prima dell’uscita americana: è un regalo che abbiamo fatto agli europei, un ringraziamento per averci dato Tintin. Go see Tintin, he is from Brussels!”.
 
Fine prima parte.

Il viaggio continua a Parigi. Presto su Film.it la nostra intervista esclusiva a Steven Spielberg. 

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