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Bekmambetov presenta Lincoln l'ammazzavampiri

Il regista de "La leggenda del cacciatore dei vampiri" si racconta in esclusiva a Film.it

La leggenda del cacciatore di vampiri - Benjamin Walker

19.06.2012 - Autore: Pierpaolo Festa
"La cosa particolare di Timur è che lui si sforza sempre di trovare un modo inedito per filmare una sequenza action. Cercando di fare uscire di scena i personaggi, uccidendoli come mai è stato fatto prima". Parola di Benjamin Walker che ne "La leggenda del cacciatore di vampiri" interpreta quell'Abramo Lincoln che è stato eliminato dal titolo italiano.

La leggenda del cacciatore di vampiri Bekmambetov intervista Abraham Lincoln
La leggenda del cacciatore di vampiri - Il trailer

In effetti è difficile dimenticare una delle ultime sequenze di "Wanted", quando Angelina Jolie fa fuori una mezza dozzina di personaggi utilizzando la stessa pallottola. Sono passati quattro anni da quel film e Timur Bekmambetov ha appena completato una nuova avventura: il suo viaggio nella storia americana, tra presidenti che vogliono cambiare il volto di un Paese e vampiri che vogliono schiavizzarlo. "Cerco sempre di trovare una chiave logica in tutto quello che filmo" - ci racconta il regista quando lo chiamiamo nella sua suite di New York nel giorno in cui questa sua nuova collaborazione con il produttore Tim Burton viene presentata alla stampa.

"La leggenda del cacciatore di vampiri" compie un processo inverso rispetto ai film come "Il Cavaliere Oscuro". Se con gli eroi in costume di Nolan si cerca sempre di tornare su un piano reale, nel tuo film si parte dalla realtà per poi avvicinarsi al sovrannaturale...
Il segreto è stato basare il tutto sullo humour e su problemi concreti con cui il pubblico si poteva identificare. Poi occorreva trovare l'attore giusto.

Come mai, dunque, scegliere un attore semisconosciuto per un ruolo così grande?
Perché volevo fare un film su Abraham Lincoln. Non su Tom Hanks che interpretava Lincoln. Volevo che l’audience non si distraesse e ci credesse davvero. Ecco perché ho preferito prendere un attore non troppo famoso. E comunque Ben è nato per questo ruolo. Lui non recita, lui è Lincoln!

La leggenda del cacciatore di vampiri Bekmambetov intervista Abraham Lincoln

Il titolo originale "Abraham Lincoln: Vampire Hunter" indica un po' quel mix di generi tanto caro a Tim Burton. Qual è stata la tua prima reazione quando ti hanno proposto questo film dal titolo bizzarro?
In realtà stavo già pensando a un film del genere con un personaggio storico che combattesse contro i vampiri. A un certo punto mi hanno inviato il libro di Seth Grahame-Smith. Quasi fosse piovuto dal cielo. Penso che il coinvolgimento di Tim Burton sia stata una cosa logica. E anche il mio. Io adoro la storia. Ho anche una qualità fanciullesca: adoro distruggere le cose...

Con Tim Burton hai già prodotto il film d'animazione "9". Come siete diventati amici? Come avete lavorate insieme sul set?
Tim è sempre stato un'icona per me. Ci siamo conosciuti quasi per caso: abbiamo lo stesso agente. Direi che ho fatto questo film per lui. Nel senso che il produttore per me è come lo spettatore, quindi il mio compito è quello di intrattenerlo. Tim era proprio il mio ponte di comunicazione con l'audience.  

Un russo a Hollywood alle prese con una figura storica americana del calibro di Lincoln. Quanta pressione hai sentito una volta battuto il primo ciak?
Nessuna pressione. La verità? Gli americani trattano tutto e lo fanno tutti i giorni. Perché dunque un russo-kazako non può fare un film su uno dei loro presidenti? Più che raccontare la figura di un presidente americano, volevo mostrare uno dei miti che ha cambiato il mondo. Tutti possono essere ispirati da lui.

La leggenda del cacciatore di vampiri Bekmambetov intervista Abraham Lincoln

Usare un politico per trasformarlo in eroe ammazzavampiri. Il film arriva in un'epoca in cui i politici sono visti come i primi vampiri. Se lo ambientassi al giorno d'oggi, cambieresti prospettiva?
Assolutamente no. I politici possono essere cacciatori di vampiri o vampiri. Non si sfugge a questa cosa. Ma penso che, come vedrete con Lincoln, dietro a ogni grande uomo si celi un grande segreto. I miei vampiri sono una metafora sociale: sono uomini che vogliono organizzare il mondo attorno alle paure. Lo vogliono controllare in questo modo. Oggi è ancora così. Lincoln pensava tutto il contrario: lui pensava al mondo libero e alla scelta che si può avere sempre. Questa bellissima idea mi ha convinto a fare il film.   

Hai battuto Spielberg sul tempo. Anche lui ha girato un film su "Lincoln". C'è mai stato un faccia a faccia?
Non proprio. Missavamo il film nello stesso studio. Ma non ci siamo mai incontrati.

La domandona di Film.it. Avevi qualche poster in stanza quando eri ragazzino?

All'epoca era impossibile trovare poster. C'era, però un cinema vicino casa mia. Uscivo per strada e rimanevo a fissare quei manifesti. Ce n'erano due a settimana, entrambi disegnati da un unico artista. E la cosa bella è che si trattava di film italiani. Ricordo 'Amarcord' di Fellini. I film di Scola e Bertolucci. E poi quel film che mi ha cambiato la vita: 'Dillinger è morto' di Marco Ferreri. All'epoca studiavo ingegneria. Dopo aver visto quel film ho mollato tutto e ho deciso cosa fare. In un certo senso quel film mi ha liberato.

"La leggenda del cacciatore di vampiri", in uscita il 20 luglio, è distribuito dalla 20th Century Fox