Ho fatto una ricerca sui medicinali che effettivamente in America vengono utilizzati per aumentare la velocità delle sinapsi, ed è scioccante. Lei ha letto il libro, ne ha parlato con la sceneggiatrice?
Ho letto il libro ed è stata una fonte di ispirazione e di informazioni importantissima, soprattutto perché è scritto sotto forma di diario, quindi è stato preziosissimo per capire la psicologia di Eddie. Però non ho fatto alcuna ricerca su cosa sarebbe accaduto alle mie sinapsi se avessi assunto qualche farmaco del genere. Se avessi fatto una ricerca di questo tipo, il mio lavoro non sarebbe più stato credibile. Avrei potuto impararle dal punto di vista teorico, ma non mi sarebbe servito, è stato meglio scoprire a poco a poco cosa accade.
Ma l’elemento scioccante è scoprire quante persone fanno uso di queste sostanze, nonostante se ne conoscano i rischi. In questo senso il film mi sembra una riflessione sulla pressione che la nostra società mette sull’individuo.
Indubbiamente l’obiettivo del film era quello di provocare e portare la gente a chiedersi se siamo poi così lontani da questa realtà. Del resto ci sono dei farmaci che vengono utilizzati per migliorare le prestazioni e per consentire alle persone di fare cose che altrimenti non sarebbero possibili, sia a livello fisico, che mentale, che atletico. C’è questa spinta ad eccellere, a primeggiare. E questo non vale solo per l’America, ma per tutto il mondo. Del resto poi anche il discorso alla nazione del Presidente Obama, parlava proprio del livello di competitività già nel sistema edicativo americano. Lui sosteneva che l’intero paese deve competere con il resto del mondo. Era una spinta alla motivazione, ma poi bisogna vedere come viene interpretata.
Il film ha già suscitato delle polemiche negli States...
L’obiettivo di qualunque film di questo tipo è suscitare per lo meno il dibattito. Spero che se ne parli ancora.
La sua carriera è già abbastanza variegata, come effetua le sue scelte? La sta costruendo pian piano?
“Una notte da leoni” mi ha fatto passare dall’essere un attore che cerca di avere un qualunque ingaggio, a un attore che si può permettere di scegliere i ruoli, anche in base al regista o alla sceneggiatura.
È vero che sarà ne “Il grande Gatsby”? E quali sono i suoi prossimi progetti?
No, non sarò nel film. E per adesso mi godo un po’ di riposo, non ho nulla di già fissato per il futuro.
Quanto è pesante essere in ogni singola scena di un film?
È fantastico! Ma non ero proprio in tutte: nella scena della pista di pattinaggio non ci sono!
Eddie Morra e il suo successo: può essere letto come metafora dell’attuale situazione statunitense? Accumulare troppo denaro troppo in fretta?
Non credo: quello che ottiene Eddie lo ha perché lo ottiene, perché agisce. Secondo me la questione è dove stiamo andando in termini di evoluzione. Dove andiamo con l’intelligenza artificiale? Magari tra un po’ ci inseriranno un chip nel cervello e la ricerca su google la faremo direttamente nella nostra testa...
“Limitless” sarà distribuito dalla Eagle Pictures a partire dal 15 aprile
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