NOTIZIE

Dylan Dog: Incontro con Kevin Munroe

Il regista ha incontrato la stampa a Roma. Ovviamente, anche tra i critici ci sono moltissimi fan dell'Indagatore dell'Icubo...

Dylan Dog - Kevin Munroe

16.03.2011 - Autore: Federica Aliano
Quando gli americani adattano un loro fumetto o una graphic novel, stanno molto attenti al pubblico di nerd puristi. Adattando il nostro fumetto più venduto invece hanno pensato bene di prendersi tutte le libertà che volevano. Kevin Munroe, regista di "Dylan Dog", ha dimostrato di pensarla diversamente e di avere un gran fegato ad affrontare la prima proiezione al mondo proprio qui, nella fossa dei leoni...

Brandon Routh in Dylan Dog

Lei ha preso una sceneggiatura già pronta e poi ne ha fatto un film. Come è stato l'avvicinamento?

Ho finito di lavorare a "TMNT" e, dopo un anno, mi e arrivata la proposta, ma erano circa otto anni che il progetto a in piedi. Ho letto la sceneggiatura e la ho trovata fantastica. Questo film aveva umorismo e una serie di potenzialità per costruire un mondo completamente diverso.

La casa di distribuzione non ha comprato solo i diritti per Dylan Dog, ma anche per Martin Mystere...

Prima di lavorare a Dylan Dog ho letto Martin Mystere, c'è anche un albo in cui Martin e Dylan si incontrano. Ho sviluppato la serie televisiva di Martin Mystere con la Dark Horse, ma loro non erano titolari dei diritti in tutto il mondo, quindi abbiamo dovuto interromperla.

Il regista Kevin Munroe sul set di Dylan Dog

A proposito di diritti, sappiamo bene che la versione inglese del fumetto non è uguale a quella italiana, lei che versione ha letto?
La prima volta che ho letto Dylan Dog è stato in inglese e so benissimo che non è il modo migliore, tanto per cominciare con la traduzione si perdono moltissime cose. Nei primi sei numeri c'è stata tutta una serie di cambiamenti. Quando mi è arrivata la sceneggiatura che si chiamava Dead of Night, ho cercato la versione in italiano, l'ho trovata più profonda. La tendenza per gli americani è cercare di abbracciare più pubblico possibile con un film. Ho trovato comunque che entrambe le versioni potessero adattarsi a una sceneggiatura.

Lei che idea si è fatto del personaggio di Dylan Dog? Perché nel film le differenze sono tante: fisicamente non ci siamo, le vicende hanno un altro sapore...
Quando trasponi un fumetto ci sono delle differenze. Quando poi ci sono tanti fan, un personaggio come questo che è un'icona, i problemi sono inevitabili. Sono consapevole dei rischi. Ho preso in mano una sceneggiatura già scritta, poi ci ho lavorato sopra. Le citazioni, soprattutto quelle nei titoli di testa, l'assistente che lancia a Dylan la pistola, anche se non poteva essere Groucho, sono idee mie. Dato che so che i fan vogliono ritrovare dei segni distintivi, li ho inseriti. All'inizio lo script era ambientato a New York, Elizabeth viveva a Central Park West. La scelta per me non poteva essere che New Orleans, perché dava più una sensazione di familiarità, una città che si vive di notte.

Brandon Routh e Anita Briem in Dylan Dog

In rete abbiamo letto che non ci sarebbero state frasi tipiche di Dylan, invece nel film dice "Giuda Ballerino"...

Abbiamo provato davvero tanto a mette più marchi di fabbrica di Dylan Dog, ma alcune erano semplicemente intraducibili. Giuda Ballerino è solo nel doppiaggio italiano, in inglese è "Jackpot". Altrimenti al pubblico americano non avrebbe detto nulla.

Lei ha del fegato a venire qui in Italia a presentare questo film che si chiama Dylan Dog, ma che di fatto si scosta così tanto da quello che è per noi. Come mai si è scelto di abbassare in questo modo il target, riducendo il film a un prodotto adolescenziale?
So che ci sono state molte polemiche con i fan di Dylan Dog, ma certo non era mia intenzione nascondermi, quindi sono venuto volentieri in Italia a parlarne, perché succede sempre quando tocchi qualcosa che è caro a milioni di persone. Mi piace l'idea che Dylan Dog sia un fumetto universale, se i fumetti fossero letti di più, in generale sarebbe meglio. Non penso che abbiamo abbassato il target, credo solo che abbiamo fatto una versione cinematografica del fumetto. Poi abbiamo fatto un PG13, è stata una decisione della produzione.

Brandon Routh e Sam Huntington in Dylan Dog

Come sono stati i rapporti con Bonelli? Lei lo ha mai incontrato?
Non ho mai incontrato Sergio Bonelli, i rapporti con lui li ha intrattenuti la produzione. Avevamo un rappresentante della Bonelli il primo giorno sul set. Sono persone davvero simpatiche, ma non ho avuto alcun contatto nemmeno con Tiziano Sclavi. Bonelli non ha ancora visto il film.

Ha pensato a un sequel di Dylan Dog?
Certo che mi piacerebbe fare un sequel, se qualcuno pagherà per produrlo. Mi piacerebbe riportarlo a Londra e magari girare un paio di scene qui in Italia. Rimettere Bloch, inserire Xabaras come cattivo. Ma non ci sono piani, bisogna vedere se questo film incassa, allora si potrà parlare di sequel.


"Dylan Dog" è distribuito nelle sale da Moviemax

Per saperne di più
Photostory: Dylan Dog
Il trailer del film