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Wes Anderson: "Sono europeo in America, americano in Europa"

Il regista racconta il suo amore per il Vecchio Continente in occasione dell'uscita di Grand Budapest Hotel in Home Video

24.07.2014 - Autore: P.F.
Se la parola “texano” mette immediatamente in moto il nostro cervello europeo verso i soliti cliché sugli Stati Uniti, allora il cinema sensibile e divertente di registi di quel posto come Richard Linklater (che ha diretto il meraviglioso Boyhood) e Wes Anderson, aiuta di sicuro ad abbattere ogni stereotipo. 
 
Fare il check-in al Grand Budapest Hotel vuol dire essere invitato a una delle visioni cinematografiche più memorabili di questa stagione. Che lo si ami o meno è innegabile non notarne il fascino legato ai colori più romantici che Anderson abbia mai concepito, lo stile folle dei personaggi in scena e uno spirito di avventura scandito da ritmo e narrazione da "cartone animato recitato in carne e ossa". La visione europea di un americano che ha veramente imparato qualcosa sul nostro continente. In primo luogo ad amarlo. Ne abbiamo parlato proprio con il regista in occasione dell'uscita di “Grand Budapest” in DVD e Blu-Ray.

Ralph Fiennes e Tony Revolori, protagonisti di Grand Budapest Hotel
 
E' giusto dire che il suo senso dell'umorismo è più europeo che texano? Lo si evince guardando il suo ultimo film, è così?
Credo proprio di sì. È dovuto anche al fatto che in quest'occasione mi sono circondato di collaboratori europei: molti tra gli attori lo sono e anche tanti membri della troupe. Effettivamente la prima cosa a cui ho pensato quando mi sono messo a pensare al film, prima ancora di scrivere un dialogo, è stata: “Voglio fare un film europeo”. Quello è stato il mio primo impulso nel progetto. 
 
Vive ancora a Parigi come ai tempi di Darjeeling Limited?
Non più a tempo pieno. Ho comunque un appartamento in quella città. La adoro perché mi basta girare in un angolo che non conosco e improvvisamente sentirmi come in un film. Come se lo show cominciasse davvero. Parigi è una bellissima città anche per fare cose semplici: bere un caffé o andare in libreria.
 
Lo dicono anche di New York...
Sì è vero. Anche io ho assaporato quel lato della Grande Mela, ma per adesso voglio scoprire il resto del mondo di cui faccio parte. 

Le capita mai di vivere il cliché in prima persona? Sia quello americano sia quello europeo...
Li sento di più quando torno negli USA. In Europa mi sono sempre sentito come uno straniero: ecco, mi sento molto americano specialmente quando mi trovo in Francia. Non aver mai imparato la lingua accentua questa sensazione. Ultimamente, però, quando torno negli USA mi ritrovo a usare una nuova espressione, della serie: “'Ah qui fanno così, che strano. Lo avevo dimenticato. Noi in Europa non facciamo così!”. Quindi sì, vivere in Europa mi ha cambiato. 
 
Forse, come i personaggi di Grand Budapest Hotel, Wes Anderson non è né americano né europeo...
Probabilmente mi sento americano quando sono in Europa, e un po' europeo quando torno negli USA. Quindi mi sento texano quando sono in Francia, ma in Texas non credo di essere il tipico esempio di texano. 
 
C'è una frase che descrive perfettamente Gustave in Grand Budapest Hotel: "un uomo attaccato a un passato che era già sparito quando lui è arrivato". Quanto si riconosce in questa frase?
Quando abbiamo preparato il film ci siamo recati in tanti posti che abbiamo trovato in vecchie fotografie, per vedere se potevamo ricreare la vista dell'epoca. Ci siamo chiesti: “Cosa è cambiato? Cosa dobbiamo fare?”. È difficile non sentirsi tristi per quello che non c'è più. Vuole sapere se sono nostalgico? Non troppo: ho passato gli ultimi quindici anni della mia vita in Europa ed è stata un'avventura. Penso che sia più divertente delle strade che conosco a New York, o degli altri posti d'America.


Ralph Fiennes costretto a rinunciare alla sua eleganza in una sequenza di Grand Budapest Hotel
 
Di recente ha rivelato di essere stato influenzato dal cinema tedesco...
Adoro Ernst Lubitsch e Fritz Lang. Recentemente ho rivisto M - Il mostro di Dusseldorf che mi ha segnato. Era la prima volta che lo vedevo per bene in Blu-Ray in versione restaurata. Mi sono innamorato di nuovo di Fritz Lang. I suoi film cambiano la vita. 
 
Come e dove li guarda questi film? Ha una sala cinematografica in casa?
In realtà spesso mi capita di guardarli sull'iPad, anche durante i miei viaggi. Ho comprato quell'aggeggio che ti permette di inserire due cuffie per l'audio. Poi lo ho smarrito. Oggi quando mi capita di vedere il film in compagnia tengo un solo auricolare per me. Dopotutto gran parte di quei film è stata realizzata in Mono... basta un orecchio, no?
 
Sempre a proposito di cultura europea. La musica di Grand Budapest, curata da Alexandre Desplat mette insieme diversi suoni del Vecchio Continente, in particolare i suoni russi...
Durante il montaggio del film ascoltavo musica russa caratterizzata dalla balalaika. A quel punto ne ho parlato con Alexandre con cui abbiamo catturato tutti i suoni europei che ci piacevano: il cimbalom dell'Ungheria, lo zither come ne Il terzo uomo e il corno delle alpi. 

Rivolori insieme a Saoirse Ronan in una scena del film
 
Stiamo parlando tanto di Europa, eppure Grand Budapest Hotel non è ambientato in una vera nazione europea, piuttosto in un luogo immaginario del Vecchio Continente...
Ho deciso di fare così semplicemente perché potevo farlo. Potevo creare il mio mondo, me ne ricordo tutte le volte che giro un film. È una cosa che mi piace, dopotutto si tratta solo dello spazio in cui ambientiamo una storia. 
 
Mi piacerebbe capire come nascono questi mondi: da ragazzino le capitava di rifugiarsi in questi mondi immaginari? E comunque che tipo era Wes da bambino?
Non saprei. Ero un tipo molto brusco. Mi ricordo che mi chiedevano sempre di abbassare la voce. Oggi mi ritrovo sempre a sussurrare e nessuno mi sente mai.
 
Grand Budapest Hotel, disponibile da oggi in DVD, Blu-Ray e Digital HD, è edito da 20th Century Fox. Il disco è contiene traccia audio Italiano 5.1 DTS e Inglese 5.1 DTS HD Master Audio con sottotitoli in italiano e inglese. Tra i contenuti speciali anche il making of del film (nel Blu-Ray) e “la ricetta segreta di Mendl”, pasticcere dell'hotel

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