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The Imitation Game, parla il regista: “Alan Turing eroe gay”

Benedict Cumberbatch è Turing, eroe dimenticato della Seconda Guerra Mondiale, nel biopic che gli apre la strada agli Oscar. La nostra intervista al regista

The Imitation Game

29.12.2014 - Autore: Pierpaolo Festa
Uno dei film di cui più si è parlato nel 2014 diventa il primo film della nuova stagione cinematografica italiana. Uscirà infatti l'1 gennaio The Imitation Game, pellicola che consacra definitivamente il talento di Benedict Cumberbatch agli occhi degli spettatori di tutto il mondo, la prova cinematografica più importante della sua carriera dopo il battesimo del fuoco dello scorso anno, in prima linea nei panni di Julian Assange.

GALLERY: LE FOTO DEL SUCCESSO DI BENEDICT CUMBERBATCH.

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Lo Sherlock della TV interpreta Alan Turing, l'uomo che nel 1939 decifrò il codice Enigma dei tedeschi, abbreviando di gran lunga i tempi della Seconda Guerra Mondiale. Sullo schermo è affiancato da Keira Knightley nei panni di Joan Clarke, collega con cui era fidanzato e alla quale rivelò la sua omosessualità in un'epoca in cui era illegale in Gran Bretagna. Perseguitato dal suo stesso governo, Turing fu condannato per “indecenza”, preferendo la castrazione chimica alla prigione. Nel 1954 si suicidò. Aveva quarantuno anni. Oltre mezzo secolo dopo Gordon Brown, ex primo ministro britannico ha dichiarato: “Da parte del nostro governo e di tutti quelli che vivono in libertà grazie alla scoperta di Alan, sono orgoglioso di dire: 'Ci dispiace. Ti meritavi di meglio'”. Perfino la regina ha garantito il “Perdono Reale” a Turing, una cosa alla quale lo stesso Cumberbatch ha risposto: “Se c'è qualcuno che deve perdonare, allora quello è Turing. Si tratta di una delle pagine di storia più vergognose della nostra nazione”.


Benedict Cumberbatch in una scena drammatica del film.

Film.it parla con il regista Morten Tyldum all'indomani delle candidature che il film ha avuto ai Golden Globe (ben cinque, tra cui miglior film drammatico, attore e attrice protagonista, sceneggiatura e musiche), spalancando definitivamente la sua strada agli Oscar: “The Imitation Game non è un biopic standard – afferma – Quello è un genere che odio. Questa storia vera funziona come film di guerra e thriller di spionaggio. Allo stesso tempo raccontiamo due storie d'amore. E poi il film diventa una vicenda di diritti umani calpestati”.

Come mai la storia di Turing viene raccontata a livello mainstream solo adesso, settantacinque anni dopo?
Si tratta di una delle storie più interessanti che siano state tenute top secret per anni. Un livello di segretezza che ci sogneremmo in questa nostra epoca, in cui i segreti spesso hanno i minuti contati. Io stesso non sapevo nulla della vita di Turing prima di leggere questo copione.

In effetti l'origine del progetto e il suo coinvolgimento in regia sembrano già perfetti per essere raccontati in un film a parte... È stato così difficile scovare questo copione?
Proprio così. Ho girato in Norvegia un thriller d'azione (l'adattamento de Il cacciatore di teste di Jo Nesbo, NDR) e sono finito a Hollywood, dove ovviamente mi hanno proposto svariati thriller d'azione e film di supereroi. Poi qualcuno è arrivato col copione di The Imitation Game e mi ha detto: 'Prova a leggere questo, è una piccola grande storia'. L'ho fatto e sono rimasto ossessionato dal progetto: ci ho messo due minuti a capire che avrebbe funzionato come storia raccontata sul grande schermo.


Cumberbatch diretto da Morten Tyldum sul set.

Immagino che lei e il suo team abbiate sentito una responsabilità enorme nel raccontare l'eroe Turing e allo stesso tempo l'uomo nella sua intimità...
Sì certo. Questa è la storia di un uomo senza paura, uno che è rimasto sempre a testa alta e ha dichiarato: “sono gay”. Non si è mai scusato e si è sempre ritenuto non colpevole. Non ha mai usato il suo status di eroe di guerra per essere scagionato. Questo perché la sua grande scoperta per decifrare il codice Enigma è sempre rimasta top secret.

Qual è stata dunque la priorità nel vostro approccio alla sua sessualità?
Ne abbiamo parlato tantissimo con lo sceneggiatore. Era importante sottolineare che si tratta di un eroe gay, allo stesso tempo volevamo dare un segnale a tutti i film che parlano di gay e cioè che non devono necessariamente fermarsi a questo aspetto dei loro protagonisti. Alcuni sono venuti da me e mi hanno detto: “Ci auguriamo che mostrerete Turing mentre fa sesso”. E io: “Non lo faremo”. E loro: “Ecco, avete paura di offendere qualcuno”. Non è così. Turing è stato un matematico brillante, l'uomo che ha decifrato Enigma. Il fatto che fosse gay è parte integrante della storia, un qualcosa che abbiamo trattato con rispetto piuttosto che essere gratuiti.

Visto dall'esterno, un progetto come The Imitation Game appare come un film interpretato da star e pompato a livello mainstream per partecipare alla corsa agli Oscar. Eppure non avete avuto un budget enorme...
È stato proprio questo a garantirci libertà creativa. Allo stesso tempo tutti gli attori coinvolti hanno voluto veramente fare parte del progetto.


Keira Knightley e Benedict Cumberbatch.

Dunque Benedict Cumberbatch vi ha detto subito di sì?
Lui era la nostra prima e unica scelta. La stessa cosa è successa con Keira Knightley. Loro sapevano che non li avremmo potuti pagare tanto, ma volevano davvero quei ruoli. E non solo gli attori: perfino il compositore Alexandre Desplat, impegnatissimo su altri progetti, ha accettato di scrivere le musiche del film. Credo dunque che tutti gli artisti coinvolti abbiano sentito il bisogno di raccontare al meglio questa storia.

The Imitation Game, in uscita l'1 gennaio, è distribuito da VIDEA.