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Sara Serraiocco, esordiente miracolata

Incontriamo la protagonista di Salvo, film italiano pluripremiato all’ultimo Festival di Cannes nel quale la sua Rita riacquista la vista grazie a un killer della mafia.

Sara Serraiocco dopo Salvo

28.06.2013 - Autore: Mattia Pasquini
Un passato da ballerina e una passione, per il cinema, che dalla natia Pescara l’ha portata a Roma, al Centro Sperimentale di Cinematografia. L’esordio in Salvo di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza è di quelli che non si dimenticano, visto che l’ha portata a Cannes, dove il film era in concorso – unico italiano, dal 2005 – alla Semaine de la Critique, che gli ha assegnato ben due premi. La sua vita, anche professionale, potrebbe cambiare molto ora… come ci racconta lei stessa.

Chi è la Sara attrice?
Sono una ragazza normale di 22 anni che va in Accademia ogni giorno e ogni giorno lotta per fare questo mestiere. Che non è semplice, è precario, non sai mai dove andrai a finire… e per cui è un po' tormentata da tutto questo. Ma questo lavoro lo fai se sei veramente motivato e se hai una grande passione, altrimenti non sai dove prendere la forza.

E’ duro anche mantenerla, questa forza. Soprattutto quando i provini andavano male…
Purtroppo devi essere, oltre che in grado di recitare, anche giusto per il ruolo. Di provini di cinema non ce ne sono molti in giro, e spesso i registi non cercano le qualità attoriali quanto più un volto o qualcosa che trasmetta la persona, per poterla plasmare. In tv ci sono più ruoli, più opportunità di lavorare. A me è capitato di lavorare in una stagione televisiva, per R.I.S., in una puntata, ma avevo solo una battuta; e quello è stato l'unico provino che è andato bene prima di Salvo.

Quali altri avevi fatto?
Gli altri erano per quasi tutte le serie televisive, I Cesaroni, Terra ribelle… Ma non è che sempre sei giusta per il prodotto.

E ora, dopo Salvo, i risultati iniziano a venire?
In genere adesso sono più positivi. E’ anche vero che sono molto maturata rispetto agli inizi, sono più sicura, so quello che devo fare. Vedremo...

In cosa ti vedremo? Non vuoi anticiparci niente?
Ci sono dei bei progetti però anche loro hanno difficoltà di finanziamento. Proprio ieri ho letto una sceneggiatura molto bella, ma anche questo film ha problemi a trovare fondi. Comunque sono tutti progetti cinematografici, non tanto televisivi...
Ho girato anche il promo di un film, che sta concorrendo per un bando del Ministero dei Beni Culturali, che parla di una ragazza testimone di Geova che rischia di essere cacciata dalla sua comunità. E’ un progetto diretto da Marco Danieli, che insegna al Centro Sperimentale, e con altri ragazzi del Centro e prodotto da Fabrizio Mosca, lo stesso di Salvo.
Trovo sia un tema molto interessante, che non è stato molto trattato, ma in Italia i temi troppo interessanti vengono tralasciati...

Tornando proprio a Salvo, è stato pesante per te – esordiente – essere sempre al centro dell’azione, di piani sequenza molto lunghi e con molta della responsabilità addosso?
No, assolutamente. Anzi, ho trovato meno difficoltà nei primissimi piani che nei campi più lunghi.

Avete dovuto, o potuto, ripetere questo tipo di scene?
No, perché non avevamo molta pellicola a disposizione, per cui c'è stata una lunga serie di prove in fase di pre produzione per poi essere pronti sul set. Dove l'attenzione si spostava più sui problemi tecnici che sugli attori.

E quindi, che indicazioni hai avuto da Grassadonia e Piazza?
I registi mi davano indicazioni su certi gesti da fare o, comunque mano mano, anche sul sonoro... E' capitato che mi sgridassero, anche per farmi tirare fuori delle cose.
Ma io devo stare a mio agio nelle situazioni, perché ovviamente devo essere un po' curata, credo sia una cosa normale per un’esordiente.

Sei arrivata a Roma da Pescara, ma hai dichiarato di sentirtela ‘stretta’… A cosa punti?
Mi sta ancora piccola, è così. Io vorrei andare in Francia, anche se mi rendo conto di non sapere la lingua. Ci vorrebbe del tempo, ricominciare tutto da capo, anche lavorativamente. Se riuscirò, quest'estate farò dei corsi, anche specifici di recitazione, e finita l'accademia potrei tentare di trasferirmi per inserirmi anche in quel mercato. Potrebbe essere controproducente, perché in Francia avrei più difficoltà da straniera, però non so, l'Italia mi sta dando tante delusioni come Paese...

Ci salutiamo facendoti un grande in bocca al lupo e con domanda immancabile, che poster avevi - o hai – nella tua camera?
Non ce li ho mai avuti. Mai. Nemmeno una foto. Sono sempre stata molto ordinata e quindi mi piaceva la stanza libera. Ho sempre avuto solo le scarpette da ballo appese, e un quadro di danza.

Per saperne di più
La nostra recensione di Salvo dal Festival di Cannes 2013