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Ricomincio da noi arriva in sala, gli over 60 provano a riscrivere i film sentimentali

La commedia romantica che ha aperto il Torino Film Festival parla di sessantenni che trovano l'amore. L'intervista al regista Richard Loncraine

09.03.2018 - Autore: Pierpaolo Festa (Nexta)
Ricomincio da noi è un piccolo film, zuccheroso quanto basta, e brioso. Una gioia che proviene dal guardare grandi attori britannici come Imelda Staunton, Celia Imrie, Timothy Spall e David Hayman recitare insieme. Presentato come evento di apertura del Torino Film Festival, il film è appena arrivato nelle nostre sale.

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Sullo schermo veniamo affidati a personaggi over 60: una donna viene tradita dal marito per una più giovane. Decide allora di ritrovare i suoi amici e partire per Roma per lasciare il dolore alle spalle e ricominciare a vivere. I cliché ci sono tutti, le location sono tutte magiche - dalle zone povere di Londra, alla magia della Città Eterna - ma si assapora anche una certa onestà nel descrivere l'inizio della vecchiaia.  "Sì, volevamo che fosse un film onesto, gentile. Vero. Di certo fa passare una bella serata - afferma il regista Richard Loncraine - Abbiamo un ragazzo che vuole conquistare una ragazza e io non vorrei mai vedere film che non hanno un lieto fine".
 
Usa termini come "ragazzo" e "ragazza"... ma si tratta di personaggi che hanno compiuto o compiranno presto settant'anni...
Scoprirai anche tu, quando arriverai alla mia età, che non ci si vede mai come vecchi. Quando avevo quarantacinque anni pensavo che i vecchi erano quelli di cinquanta. Quando ne avevo diciotto lavoravo con le Rockettes al Radio City Music Hall di New York... ho visto io più donne in quei camerini che qualsiasi altro essere vivente. Avevo diciotto anni, loro ne avevano trentacinque: e mi sembravano già vecchie! Il concetto dell'età non è legato al corpo: ho visto attori di quindici anni con uno spirito vecchio, e mi sono imbattuto in ottantenni che ancora vanno in giro in bicicletta. Abbiamo fatto un film sentimentale sugli over 60, una storia che contiene cliché. Ma dobbiamo ricordarci che i cliché nei film sono diventati tali perché si tratta di idee che funzionano. Bisogna saperli ripresentare nel modo giusto e sorprendere le persone.
 
Cliché a parte, vedere un gruppo di anziani che passano le giornate a fumare l'erba è certamente una sorpresa, no?
(Sorride) Quella è stata una scelta degli sceneggiatori che credo conoscano bene la materia! Ok, non è politicamente corretto dirti questa cosa, ma di certo gli sceneggiatori sanno come rappresentare quel mondo. Una delle cose che mi piace del film è che racconta i vecchi come i giovani. Non facciamo nessuna retorica, mostriamo solo che anche gli anziani si innamorano e flirtano. E hanno bisogno di fare sesso anche.



Non li seguiamo però fino in fondo in camera da letto...
Pensaci bene, chi vuole vedere anziani fare sesso. Io stesso a settantuno anni rimango scioccato quando mi vedo nudo allo specchio! Inizialmente però l'idea era quella di realizzare una commedia, anche un po' spinta, puntando su tante risate. Poi ho capito che non ce n'era bisogno. Abbiamo abbassato il livello di commedia e tagliato via le frasi a effetto... credimi non c'è niente di peggio di una frase a effetto che non funziona. 
 
Abbassare la commedia e puntare più su dramma e film sentimentale. E anche gli uomini in sala possono piangere... 
Assolutamente. Ho visto questo film una decina di volte insieme al pubblico. E tutte le volte vedo gli uomini piangere. Anche io piango facilmente al cinema, non ho mai accettato il fatto che molti uomini si vergognano di farlo.

Ricomincio da noi è attualmente in sala distribuito da Cinema di Valerio De Paolis.