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Park Chan-wook e i vampiri made in Korea

Abbiamo intervistato al Festival di Sitges il regista cult di "Old Boy" che si cimenta in un film sui vampiri, "Thirst" (Sete), già presentato in Concorso al Festival di Cannes.

Thirst - Locandina

06.10.2009 - Autore: Antonio Marenco
Vincitore del Premio della Giuria a Cannes, "Thirst" ultimo film del coreano Park Chan-wook ("Old Boy") che ne colleziona 12 come regista e 20 tra sceneggiature e produzioni è stato presentato al Festival di Sitges. Noi abbiamo incontrato il regista e la protagonista femminile Kim ok Vin. Il regista si mostra generoso anche nelle risposte, aggiunge spesso dettagli, riprende il filo di un discorso che crede di poter completare, si concede delle battute e svela qualche segreto del suo stile.

Thirst

Affronta per la prima volta un tema di genere horror, quello del vampiro, prima di iniziare ha fatto qualche ricerca storica?
Non ho fatto nessuna investigazione in particolare, era molto tempo che volevo affrontare questo tema.
Ho visto moltissimi film di vampiri e indirettamente ho assimilato moltissimi cliché collegati alla figura mitologica del vampiro. Da  tempo avevo in testa un protagonista sacerdote, un personaggio dallo spirito nobile e dedicato a qualcosa di superiore, in questo caso la religione. L’immagine da cui tutto ebbe inizio fu il sacerdote che invece di bere vino, beve sangue.

Cosa pensa degli stereotipi che sono la base, nell’immaginario collettivo, della figura del vampiro?

Nella storia del vampirismo si sono consolidati molti stereotipi. Quando ho iniziato a collegare la figura del prete a quella del vampiro ho capito che poteva essere un ottimo modo per scardinare questi stereotipi e creare una figura nuova, piu personale. Per esempio un prete non puo aver paura del crocifisso.

Kim Ok Vin in Thirst

(Passiamo a Kim Ok Vin)
Il suo personaggio e malvagio fin dall’inizio oppure, come nell’altro protagonista, c’è una crescita e un cambio nel personaggio?
Il mio personaggio è un personaggio in realtà molto inocente, rimane fedele a sè stessa, è un personaggio emotivo, anche se orchestra le vicissitudini dell’azione non è in grado di controllarla.

Le è piaciuto il ruolo del vampiro, i super poteri?
E’ un personaggio molto attraente, è naturale eppure molto audace, istintivo, nel momento in cui si trasforma in vampiro esplode, perché esplodono i sensi...

Park Chan wook sul set di Thirst

(Torniamo a Park Chan-wook)
Uno degli elemnti centrali di questo film e il dubbio tra bene e male...
Il protagonista si converte contro la sua volontà, non decide di diventare vampiro. E’ disposto a morire per la sua causa, la religione. Il diventare vampiro è una condizione imposta che lo obbliga a porsi delle domande. Non vuole salvarse e non accetterà mai la sua nuova identità. La tragedia del film e proprio questa lotta involontaria, e da qui che nasce la commedia. Tutti i momenti comici del film sono collegati a questa lotta interna tra identità e necesità, in questo caso fisica: la sete. Il comico scaturisce dal fatto che il protagonista è “obbligato” a restare nel suo personaggio. Dal mio punto di vista e stato molto interessante scoprire i suoi limiti, vedere fin dove poteva arrivare..

Questo film oltretutto e anche molto erotico, cual’è la relazione tra erotismo e vampirismo?
L’erotismo di questo film non credo sia tipico dei film sui vampiri, normalmente la donna è un innocente vergine che viene convertita da un vecchio vampiro porco. In questo caso è il vampiro ad essere vergine ed è la donna che lo corrompe. E’ sempre lei a dirigire la situazione.

Thirst

Quale è il suo film di vampiro preferito?
"Martin" di George Romero.

Per saperne di più

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