NOTIZIE

Monica Bellucci a Venezia: “La bellezza è un dono, ma bisogna saperla gestire”

La star al Lido per presentare On the Milky Road: “Sui set di Kusturica è impossibile annoiarsi”

Monica Bellucci

10.09.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
“La bellezza è un dono, ma è anche come un cavallo: devi saperla gestire”. A 52 anni, Monica Bellucci è ancora bella e radiosa come sempre, ma chiaramente più portata a riflettere sul passare del tempo. La incontriamo a Venezia, dove ha presentato il film On the Milky Road insieme al regista Emir Kusturica. “Il nostro film parla di amore, anche se nel bel mezzo di una guerra. Si tratta di una storia d'amore tra due persone che hanno sopportato tanto nella vita e non hanno più niente da perdere, eppure scatta qualcosa di magico tra loro”.
 
Come è stato lavorare con Kusturica?
Una vera sfida. Per Emir lo script è solo una base da cui si fa molta improvvisazione. Io nella vita preferisco un piatto di pasta alla palestra, ma sul set ho dovuto dimenticare tutto questo e lanciarmi nell'acqua gelida, se occorreva. Sul set devi avere il coraggio di fare quello che non faresti nella vita, perché il cinema va oltre la realtà. Nei film di Emir c'è sempre la dualità tra realtà e fantasia e questo, anche se è un grande film in cui succedono moltissime cose, resta comunque artistico e intimo. C'è avventura, c'è violenza, ma ci sono anche momenti di silenzio in cui due personaggi parlano e si guardano negli occhi. Dei bei momenti di amore.


QUI L'INCONTRO CON EMIR KUSTURICA.
 
Quindi si improvvisa molto sul set di Kusturica?
Emir è un vulcano di idee, la sua mente corre velocissima e dovevamo essere sempre pronti a cambiare tutto. Per esempio, a volte veniva da me e mi diceva, “Voglio aggiungere altre due frasi alla tua battuta”, e siccome il serbo non è la mia lingua io gli rispondevo, “Ma mi ci vorranno altri tre giorni per impararla!”. E lui: “Ma no, non preoccuparti, buttati e vedrai che verrà bene”. È stata una sfida bellissima, tre anni di lavoro che però non mi sono pesati. Emir ama lavorare tra piacere e sofferenza: nel corso di una giornata di lavoro è capace di entrare nell'acqua gelata, uscire per controllare l'inquadratura e rituffarsi. Alla sera sei distrutta e lui ti fa: “Ci vediamo domani che ora devo suonare a un concerto”!
 
C'è una grande varietà di tono tra la prima e la seconda parte del film...
La struttura dei film di Kusturica è molto caratteristica e non cambia mai, anche se cambiano le storie. Anche ne Il tempo dei gitani si alternavano momenti di commedia, tragedia, fantasia e sogno. Questo per me è un film sulla speranza e sulla vita, anche se siamo in mezzo a una guerra, ed è bello che dopo otto anni Emir sia tornato alla regia con un film così.
 
Il suo personaggio viene chiamato “La Sposa” per tutto il film. Secondo lei, perché non ne conosciamo il vero nome?
Perché è una donna misteriosa, non sappiamo da dove arrivi e dove stia andando. È mezza serba e mezza italiana, la donna di un generale potente che per lei uccide sua moglie. Lei però lo denuncia e, quando lui esce di prigione, decide di trovarla a tutti i costi per condannarla per spionaggio. È una storia vera.
 
Kusturica è considerato un duro, ma qui lo vediamo tenero come non mai. Com'era sul set?
Emir ha un'autorità naturale, un'aura da leader e tutti lo seguono come fosse il loro capitano. Ha anche una grande fantasia, gli escono idee folli ma bellissime ogni cinque minuti. In un certo senso è ancora un bambino, ed è grazie a questa parte infantile che riesce a fare film così. Viene da una terra di bellezza e violenza, ma vuole ancora credere che qualcosa di bello esista.


QUI LA RECENSIONE DI ON THE MILKY ROAD.
 
Si è informata in qualche modo sulla storia di questa terra per preparare il ruolo?
Quando vai in Serbia senti tante storie terribili, ma è difficile formulare un giudizio dall'esterno, perché la sua storia è fatta di tante culture diverse, c'è molta bellezza ma anche sofferenza, energie che diventano parte di te, che da attrice assorbi.
 
Perché Kusturica l'ha scelta per il ruolo?
Perché voleva lavorare con me! [Ride] Emir è un attore di grande carisma, ma stavolta per lui il lavoro è stato molto più complicato, perché non doveva solo preoccuparsi della sua recitazione, ma anche della mia e di quella di tutti gli altri.
 
Cosa cerca oggi in un ruolo? Deve essere una sfida come questa?
Con Emir non mi annoiavo mai. A volte ero spaventata, preoccupata, disperata, ma mai annoiata. Questo cerco: ruoli che non mi annoino.